Sisma e donazioni, non bisogna perdere la fiducia

La lettera. Risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 26 maggio 2018 - Mi stanno sullo stomaco le donazioni telefoniche richieste, a scadenza, dalle varie organizzazioni. Nessuno si preoccupa di dire quanto è stato raccolto, come le cifre sono state impiegate e di ringraziare chi ha donato. Tenuto conto della somma considerevole versata dai tanti italiani a favore dei terremotati (di cui non si sa nulla), credo che a chi ha intenzione di donare, passi di certo la voglia!

Laura Ferrari

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Le donazioni sono una cosa seria e l’ Italia dopo i disastri degli ultimi anni – dall’Abruzzo,all Emilia Romagna alle Marche – ha saputo dare prova di grande generosità. Ovunque dopo il sisma sono scattate gare di solidarietà e sottoscrizioni che hanno permesso di raccogliere attrezzature, cibo, suppellettili. Attraverso raccolte di denaro son sorte scuole, abitazioni, edifici pubblici. Hanno partecipato aziende, associazioni, privati spesso con donazioni di pochi euro e per questo più preziose perché arrivate da persone che hanno dato quel poco di cui disponevano. Nella baraonda della ricostruzione possono esserci state anomalie e qualche illecito. Consiglio: meglio donare solo quando ci sono progetti precisi e certificati da enti pubblici o organismi conosciuti. L’ Italia ha il cuore grande: pochi disonesti non facciano perdere la fiducia. 

beppe.boni@ilcarlino.net

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