Cibo e vino, valore di nicchia del turismo italiano

La lettera

Bologna, 1 aprile 2018 - La nostra bella Italia sta facendo passi indietro nel turismo e se andiamo avanti così nei prossimi anni i conti non torneranno. Le famiglie italiane hanno ridotto sensibilmente il budget e vanno meno in vacanza. Poi c’è Sud dove ancora la ricettività spesso lascia a desiderare. Non molliamo sul turismo, è la nostra forza. Giovanni Fiorani,  Reggio Emilia

risponde Beppe Boni, condirettore de Il Resto del Carlino

E’ vero, il turismo è una delle colonne dell’economia dove ancora c’è ampia possibilità di crescita. Osservando le cifre il turismo italiano non è in crisi. Nel 2017 le presenze calcolate attraverso i pernottamenti sono aumentate del 5,9%, grazie soprattutto agli stranieri. Soffrono ancora i numeri che riguardano gli italiani, tanto che per la prima volta i turisti provenienti da altri paesi hanno sorpassato quelli di casa nostra. La fonte è l’Agenzia nazionale del turismo (ex Enit). Ma ci sono margini di crescita. L’Italia, oltre alle mete classiche di mare, montagna e città d’arte deve proporre meglio il turismo dell’enogastronomia legato a quello dei borghi. Il vino e il cibo rappresentano un valore che nessun cinese potrà mai clonare. Nei borghi e nelle fattorie c’è un’Italia del benessere a tavola ancora poco conosciuto che può essere fortemente valorizzato.  beppe.boni@ilcarlino.net

 

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