Il turismo cinese, una grande risorsa per l’Italia del futuro

La lettera

Bologna, 21 luglio 2018 - Passa quasi inosservata la partenza per la Cina del ministro dell’economia, Tria, con l’obiettivo di convincere Pechino a comprare il nostro debito pubblico. L’Italia ha bisogno di vendere 400 miliardi di titoli in vista della fine del ‘bazooka’ usato da Draghi che ci ha fatto contenere lo spread. Speriamo che Tria riesca nell’impresa, altrimenti lo Stato rischia il default.  Mauro Chiostri, Bologna

risponde Beppe Boni, condirettore de Il Resto del Carlino

L’Italia pensa a come collocare 400 miliardi di titoli l’anno. Servono ovviamente a far funzionare lo stato. La Cina, secondo il governo, può essere un buon partner, ma servono conti in ordine. Per questo i partiti cominciano dietro le quinte a discutere della prossima manovra. E gli accordi con la Cina sono un aspetto del futuro fondamentale per l’Italia. Un altro terreno a noi favorevole è anche il turismo. Noi esportiamo calciatori e allenatori, da laggù arrivanoe milioni di turisti che riempiono treni, aerei, ristoranti, alberghi. A Bologna, per esempio, il turismo cinese fa registrare un aumento del 26%. Pochi giorni fa è arrivato all’aeroporto Marconi il primo volo diretto dalla Cina. Teniamoci buoni gli amici cinesi che, fra l’altro, in Emilia Romagna, sono presenti con un numero massiccio di imprese. Ne sono censite 4965, con prevalenza di attività manifatturiere. beppe@ilcarlino.net

 

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