Woodstock, e il mondo divenne rock

La lettera Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 19 marzo 2019 - Cinquant'anni fa ebbe luogo il concerto simbolo che ha contribuito a cambiare il mondo: Woodstock, tre giorni di pace, amore e musica. Fu un evento epocale che oggi la politica non ha il coraggio di celebrare e che invece ha fornito una nuova chiave di lettura della società, dei giovani, della famiglia, della libertà di una intera generazione. Per questo credo che sia doveroso ricordarlo. Roberto Lenzi, Modena

Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Il festival di Woodstock, nato come Fiera della musica e delle Arti, fu un immenso concerto rock con decine di band che si alternarono sul palco. Un evento musicale che fece conoscere ai ragazzi di allora gruppi dotati di talento stellare ma fino a quel momento poco conosciuti. La manifestazione si svolse nella piccola località rurale di Bethel, stato di New York, dal 5 al 18 agosto 1969 all’apice della cultura hippie che accanto ad una generica libertà culturale e sociale sosteneva anche la droga libera. Il mondo della musica ricorda Woodstock con tante iniziative sparse per il mondo. Anche a Firenze avrà luogo una performance artistica, Into the Woodstock, che si terrà il 23 e 24 marzo, al Cantiere Florida. La politica sta alla larga perché non ha nulla da ricordare. Il movimento Hippie ha entusiasmato una generazione ma non ha lasciato granchè di significativo nella società. Onore invece a Jimi Hendrix, Carlosa Santana, i Jefferson Airplane e gli altri di quel concerto che non cambiarono il mondo, ma la musica sì.   

beppe.boni@ilcarlino.net

 

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