Anthropocene mostra Bologna, l'impronta dell'uomo sul pianeta

Progetto fotografico e multimediale al Mast fino al 5 gennaio 2020, le immagini firmate da Edward Burtynsky

Edward Burtynsky, “Dandora Landfill #3, Plastics Recycling”, Nairobi, Kenya 2016, photo

Edward Burtynsky, “Dandora Landfill #3, Plastics Recycling”, Nairobi, Kenya 2016, photo

Bologna, 1 luglio 2019 - Ha ragione Greta. Dopo essersi immersi in quella coinvolgente esplorazione multimediale che è la mostra Anthropocene ospitata fino al 5 gennaio 2020 al Mast di Bologna, vien da condividere il pensiero di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese impegnata sul fronte dello sviluppo sostenibile.

Perché le trentacinque fotografie di grande formato di un artista di fama mondiale come Edward Burtynsky e le tredici videoinstallazioni di registi pluripremiati quali Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier (a cui si aggiungono murales ad alta risoluzione e testimonianze di realtà aumentata) dimostrano una verità incontestabile, ovvero che la distruzione del nostro pianeta così come lo conosciamo è causata dallo sfruttamento incontrollato delle risorse e dall’inquinamento provocato dall’uomo.

la barriere flangiflutti edificate sulla costa cinese, la grande barriera corallina australiana devastata, le vasche di evaporazione del litio nel deserto di Atacama... «La nostra condotta - sintetizza Urs Stahel curatore con Sophie Hackett e Andrea Kunard dell’imponente esposizione - provoca l’acidificazione degli oceani, l’aumento della temperatura media annua sulla Terra e limita fortemente la riproduzione di molte specie animali».

Con l’avvento dell’industrializzazione 250 anni fa, siamo dunque lentamente scivolati nell’antropocene, ovvero nell’epoca in cui l’impatto esercitato dall’uomo sulla natura ha raggiunto proporzioni tali da essere equiparate alle trasformazioni subite dalla Terra nelle ere geologiche precedenti.

L'esposizione, basata sulla ricerca del gruppo internazionale di scienziati ‘Anthropocene Workin Group’ e reduce da una partecipata accoglienza al suo debutto in Canada, combina insomma arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica per testimoniare gli effetti delle attività umane sui processi naturali.

Viviamo in un mondo in cui circolano troppi picchi radioattivi, il consumo di acqua è un problema e i fertilizzanti vengono usati con eccessiva frequenza. E la mostra (in cui sono soprattutto le straordinarie foto di Burtynsky a impressionare) dà conto di tutto ciò attraverso immagini shock: impressiona l’enorme discarica di Dandora, inferno kenyota di miseria e desolazione costellato da multicolori distese di plastica; colpiscono le miniere di carbone, di rame e di potassio sparse per il mondo accostate al candore abbagliante delle cave di marmo di Carrara. Vien da chiedersi in che mondo mai ci troviamo, osservando dall’alto la città infinita di Lagos, le freeways di Los Angeles o gli sterminati parchi texani di auto danneggiate «La nostra è una testimonianza - dice Burtynsky - . Far vivere questa realtà attraverso le fotografie è come creare un potente meccanismo che dà forma alle coscienze». Per entrare in sintonia con l’esposizione è consigliato portarsi lo smartphone (anche se tablet sono a disposizione dei visitatori) perché, scaricando un’apposita app, è possibile ‘toccare con mano’ alcuni degli effetti devastanti causati dal dominio dell’uomo sulla terra. Tunnel ferroviari, deforestazioni, segherie.

Immagini fisse e in movimento compongono un progetto collettivo che deve anche alla tecnologia la sua forza: sono le immagini tridimensionali a permetterci di girare attorno all’ultimo esemplare di rinoceronte o a una pila di zanne di elefante.

Avvertenza: non perdete la visione del film Anthropocene: the human epoch co-firmato dai tre artisti.

È un viaggio attraverso il globo per ribadire il dominio planetario dell’uomo. E per dire che niente potrà più essere come prima.

Informazioni. Titolo: Anthropocene Immagini e filmati di Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier. Sede:  Mast, via Speranza 42, Bologna. Fino al 22 settembre. Orari: Orari di apertura Mast.Gallery, martedì - domenica, 10/19. Biglietto: ingresso gratuito. Info & prenotazioni Telefono 051/6474345, sito www.anthropocene.mast.org

 

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