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Loris Cecchini: Wallwave Vibration (anatomy of a diagram), Galleria Continua.
 È una delle prime opere che si incontrano entrando nel Padiglione 25 e si viene catturati dall’effetto davvero vibrante del muro, dove l’opera sembra effettivamente essere stata creata site specific. Poi si scopre che è sottilissima ed è stata incastonata nel cartongesso, quindi è collocabile in ogni muro possibile

Il muro che respira di Loris Cecchini

Antonello Ghezzi, Come tenere la testa tra le nuvole, Spazio Testoni 
Un solo show per Antonello Ghezzi e uno stand di opere specchio che attraggono, per specchiarsi, perché la vanità del frequentatore di Arte Fiera è alta, ma che poi spingono a porsi domande per inoltrarsi così nella ricerca del duo artistico, che fin dall’inizio si insinua nella poetica dell’estetica relazionale

Con la testa fra le nuvole

Ruben Montini, La caccia, Prometeo Gallery.
Richiama per i colori e la struttura di un arazzo, poi si scopre che la tessitura è stata costruita su carta a quadretti. Nella sua ricerca Montini sviluppa un linguaggio visivo radicale, romantico e nostalgico, con uno sguardo alla performance degli anni Sessanta e Settanta realizzata da artiste femministe dell’Europa Centrale

Scene di caccia su carta a quadretti

Giorgio De Chirico, Le muse inquietanti (in due formati, piccolo e grande), Tornabuoni Arte.
De Chirico vale sempre una visione, ma in questo caso il visitatore può prendersi la libertà dell’approccio ironico e divertito, perché il (probabile) gioco parte proprio dall’allestimento. 
Un formato grande e uno piccolo affiancati, per scegliere quello alla portata delle proprie risorse economiche. Che comunque devono essere alte...

'Le muse inquietanti' di De Chirico si mettono a confronto

Miroslav Tichy, Fotografie, Galleria Six. La storia è sorprendente. Non un professionista, ma che viveva in una baracca in un paese non lontano da Praga fotografando con macchine che si costruiva.
Nick Cave è uno dei suoi più grandi collezionisti

Il fotografo fantasma collezionato da Nick Cave

Valerio Berruti, La giostra di Nina, Marcorossi. Il mondo poetico di Berruti in due grandi tele-tappeti con immagini pittoriche astratte, racconterà della creazione del nuovo lavoro cinematografico: un’opera che lega nuovamente il suo tratto lieve all’animazione mettendo in sequenza circa 3000 disegni così da farli diventare un film

Saltando con Berruti sulla ‘Giostra di Nina’

Li Hongbo, Busto di carta, Flora Biagi Arte Contemporanea. Cammini nello spazio della galleria che ospita tre artisti e guardi le opere grandi o colorate, poi noti due busti bianchi di gesso… ma non è gesso, è carta, tanti strati di carta pressati e uniti che magicamente si alzano a fisarmonica, se il volto della statua si prende e si tira

Quel busto di marmo fragile come la carta

Mario Schifano, Delle contraddizioni in seno alla società, Campaiola Studio d’Arte. La bellezza, la rivoluzione, l’avanguardia in un’opera del maestro della Pop Art. Sempre interessante una riflessione sulla relazione dell’artista con i materiali

La certezza firmata Mario Schifano 

Bertozzi & Casoni, Senza titolo, Verolino. Si indirizzano verso un dialogo con la grande tradizione dell’arte e coltivano una originaria vocazione per la sperimentazione in campo scultoreo, vedendo nella ceramica una possibilità per una scultura dipinta

Bertozzi&Casoni tra seta e ceramica

Tamara Ferioli, The wide sea comes each morning (ossa di pesce selvatico pescato nel nord Atlantico), Officine dell’Immagine. Classe 1982, la sua ricerca si articola attraverso varie forme. La leggerezza di questa grande scultura è al contempo espressione di forza e dedizione meticolosa

Ossa di pesca dal Nord Atlantico

Arte Fiera 2019, le opere da non perdere

BOLOGNA. Conferenza stampa Arte Fiera 2019 + generiche padiglioni

Arte Fiera 2019 fino al 4 febbraio a Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 1 febbraio 2019 - Meno artisti, rigorosa selezione degli espositori per lo più italiani, forte attenzione al linguaggio fotografico, nuovi progetti con le istituzioni culturali del territorio. Eccoli qua i pilastri della rivoluzione su cui scommette il neodirettore artistico Simone Menegoi per rilanciare Arte Fiera (foto), la kermesse più longeva d’Italia che apre i battenti a Bologna oggi e che sarà visitabile fino a lunedì.  Un’impostazione che piace anche al sottosegretario alla Cultura, la bolognese Lucia Borgonzoni, che, intervenendo ieri alla presentazione ufficiale, si è complimentata per il nuovo assetto, soffermandosi molto sulla necessità di sostenere gli artisti italiani. "Non a caso il ministero ha stanziato di recente tre milioni e mezzo di euro per promuovere la nostra creatività all’estero - ha detto - e la Lega si sta battendo come politica europea per l’Iva agevolata sulle opere d’arte".   La sorpresa più grossa per i visitatori di questa quarantatreesima edizione sarà appunto il numero ridotto di artisti: le gallerie con gli stand più grandi possono ospitare al massimo sei artisti mentre a quelle piccole e medie non ne sono stati concessi più di tre. Non solo: tariffe agevolate sono state previste per quelle gallerie (sono una cinquantina su 147) che propongono un solo nome, creando di fatto una serie di mostre monografiche propedeutiche all’approfondimento.  Menegoi succede ad Angela Vettese, ha avuto pochi mesi per costruire insieme alla sua vice Gloria Bartoli il palinsesto della manifestazione e ha le idee chiare: ai numeri dice di preferire la qualità, che solo un ridotto numero di espositori (in passato si era arrivati a 200) può garantire. Messa così, è inutile chiedergli se si augura di sforare o meno il tetto dei 48mila visitatori dell’anno passato. «Spero che la gente continui sempre a venire», taglia corto.    Come abitudine, l’arco storico degli artisti esposti va dal Novecento al contemporaneo fino alle ultime tendenze. Ci sono nomi famosi (De Chirico e Schifano, ma anche Conrad Marca-Relli e Osvaldo Licini, tanto per citarne qualcuno a caso), gallerie di riguardo che si rivedono a Bologna (De Cardenas, Monitor, Peola...) e molti collezionisti. Quest’anno infatti la Fiera ha deciso di ospitare negli alberghi almeno 350 appassionati d’arte segnalati dai vari stand. I buoni propositi per le prossime edizioni puntano ad attribuire maggior valore alla figura dei curatori, ad approfondire le sezioni legate alla fotografia e all’identità contemporanea e ad incentivare le giovani gallerie. Di certo sarà sviluppata l’idea che sottende la mostra Solo figura e sfondo, ospitata nel padiglione 26, che raccoglie per la prima volta un’ottantina di opere delle istituzioni pubbliche e private della regione: l’idea è di creare fin dal 2020 un evento, Courtesy Emilia Romagna, che racconti il territorio come un museo diffuso del contemporaneo. È proprio questa la parola che torna con più frequenza.    Sotto il segno di Bologna città del contemporaneo il capoluogo emiliano dal 25 gennaio è invaso da almeno 120 eventi d’arte (18 sono quelli più istituzionali) che costituiscono l’ossatura di Art City, il festival voluto da Comune e Ente Fiera. E in questo contesto si inseriscono anche altre iniziative di Arte Fiera come l’inconsueta installazione di Flavio Favelli che accoglie i visitatori all’ingresso o le performance della serie Oplà curate da Silvia Fanti. Qualche esempio? Alex Cicchetti organizza un “Love bar” dove cocktail verranno scambiati con storie di gente comune, mentre Cesare Pietrolusti ospita in un proprio stand opere che potranno essere cedute gratuitamente a quei visitatori che sapranno esprimere un pensiero attinente. Da un punto di vista poetico, ovviamente.  LEGGI ANCHE Arte Fiera, conciati per le feste: ecco dove la notte si fa in bianco Qui sotto, le opere da non perdere. Schede a cura di Benedetta Cucci

Bologna, 1 febbraio 2019 -&nbsp;Meno artisti, rigorosa selezione degli espositori per lo più italiani, forte attenzione al linguaggio fotografico, nuovi progetti con le istituzioni culturali del territorio. Eccoli qua i pilastri della rivoluzione su cui scommette il neodirettore artistico <a href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cosa%20fare/arte-fiera-bologna-2019-1.4385368" target="_blank">Simone Menegoi</a> per rilanciare <a href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cosa%20fare/foto/arte-fiera-2019-1.4418679" target="_blank">Arte Fiera (foto)</a>, la kermesse più longeva d’Italia che apre i battenti a Bologna oggi e che sarà visitabile fino a lunedì.&nbsp;

Un’impostazione che piace anche al sottosegretario alla Cultura, la bolognese Lucia Borgonzoni, che, intervenendo ieri alla <a href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cosa%20fare/arte-fiera-2019-vernissage-1.4418475" target="_blank">presentazione ufficiale</a>, si è complimentata per il nuovo assetto, soffermandosi molto sulla necessità di sostenere gli artisti italiani. "Non a caso il ministero ha stanziato di recente tre milioni e mezzo di euro per promuovere la nostra creatività all’estero - ha detto - e la Lega si sta battendo come politica europea per l’Iva agevolata sulle opere d’arte". 
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La sorpresa più grossa per i visitatori di questa quarantatreesima edizione sarà appunto il numero ridotto di artisti: le gallerie con gli stand più grandi possono ospitare al massimo sei artisti mentre a quelle piccole e medie non ne sono stati concessi più di tre. Non solo: tariffe agevolate sono state previste per quelle gallerie (sono una cinquantina su 147) che propongono un solo nome, creando di fatto una serie di mostre monografiche propedeutiche all’approfondimento.&nbsp;

Menegoi succede ad Angela Vettese, ha avuto pochi mesi per costruire insieme alla sua vice Gloria Bartoli il palinsesto della manifestazione e ha le idee chiare: ai numeri dice di preferire la qualità, che solo un ridotto numero di espositori (in passato si era arrivati a 200) può garantire. Messa così, è inutile chiedergli se si augura di sforare o meno il tetto dei 48mila visitatori dell’anno passato. «Spero che la gente continui sempre a venire», taglia corto.&nbsp; 
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Come abitudine, l’arco storico degli artisti esposti va dal Novecento al contemporaneo fino alle ultime tendenze. Ci sono nomi famosi (De Chirico e Schifano, ma anche Conrad Marca-Relli e Osvaldo Licini, tanto per citarne qualcuno a caso), gallerie di riguardo che si rivedono a Bologna (De Cardenas, Monitor, Peola...) e molti collezionisti. Quest’anno infatti la Fiera ha deciso di ospitare negli alberghi almeno 350 appassionati d’arte segnalati dai vari stand.

I buoni propositi per le prossime edizioni puntano ad attribuire maggior valore alla figura dei curatori, ad approfondire le sezioni legate alla fotografia e all’identità contemporanea e ad incentivare le giovani gallerie. Di certo sarà sviluppata l’idea che sottende la mostra Solo figura e sfondo, ospitata nel padiglione 26, che raccoglie per la prima volta un’ottantina di opere delle istituzioni pubbliche e private della regione: l’idea è di creare fin dal 2020 un evento, Courtesy Emilia Romagna, che racconti il territorio come un museo diffuso del contemporaneo. È proprio questa la parola che torna con più frequenza.&nbsp; 
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Sotto il segno di Bologna città del contemporaneo il capoluogo emiliano dal 25 gennaio è invaso da almeno <a href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cosa fare/foto/art-city-2019-1.4403911" polopoly:contentid="1.4403911" title="Art City Bologna 2019, gli eventi da non perdere">120 eventi d’arte</a> (18 sono quelli più istituzionali) che costituiscono l’ossatura di Art City, il festival voluto da Comune e Ente Fiera. E in questo contesto si inseriscono anche altre iniziative di Arte Fiera come l’inconsueta installazione di Flavio Favelli che accoglie i visitatori all’ingresso o le performance della serie Oplà curate da Silvia Fanti. 
Qualche esempio? Alex Cicchetti organizza un “Love bar” dove cocktail verranno scambiati con storie di gente comune, mentre Cesare Pietrolusti ospita in un proprio stand opere che potranno essere cedute gratuitamente a quei visitatori che sapranno esprimere un pensiero attinente. Da un punto di vista poetico, ovviamente.&nbsp;

LEGGI ANCHE <a href="javascript:window.parent.actionEventData({$contentId:&quot;1.4420467&quot;, $action:&quot;view&quot;, $target:&quot;work&quot;})" polopoly:contentid="1.4420467">Arte Fiera, conciati per le feste: ecco dove la notte si fa in bianco</a>

Qui sotto, le opere da non perdere. Schede a cura di Benedetta Cucci

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Arte Fiera 2019 Bologna, le opere da non perdere

Arte Fiera 2019 Bologna, le opere da non perdere - Cosa Fare - ilrestodelcarlino.it

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Fino al 4 febbraio. Meno ospiti, più selezione

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