Arte Fiera Bologna, le 10 proposte da scoprire

Ecco le idee per chi vuole perdersi tra i vari stand: dai dipinti di Jingge Dong a neon luminosi, fino a scatti e lavori unici

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Bologna, 14 maggio 2022 - Si scatta una foto per ricordarsi un’opera che colpisce. E foto dopo foto, si dà forma a una sorta di collezione privata dei desideri. Ecco le 10 opere da guardare nella 45esima edizione della kermesse d’arte finalmente ritornata in Fiera. LEGGI ANCHE - Arte Fiera Bologna 2022: biglietti, espositori e date

È Jingge Dong , classe 1989, nato a Pechino e ormai stabile a Venezia, a catturare l’attenzione appena si varca la soglia del padiglione 15, nello stand A/3: il suo è un solo show di grandi pitture ad olio con un pattern coloristico empatico, dove vengono fusi paesaggi dell’anima, quello italiano della nuova terra e quello cinese della terra madre. Spesso è la sinfonia di colori, ma anche il soggetto e quello che implica, naturalmente, ad attirare l’occhio e la mente e White Flash, acrilico su carta di Ian Davenport alla galleria Luca Tommasi (A/20), suggerisce un gesto liberatorio e pop e in effetti il fattore fisico e l’aspetto performativo sono parte fondamentale del suo lavoro.

Al C/19, C+C Canepaneri , richiama lo sguardo un neon che recita "Black Hole Sun Won’t You Come" ed essendo il verso di uno dei brani più famosi dei Soundgarden viene la voglia di sapere tutto dell’artista e delle opere molto concettuali. Lui è il russo (che vive a Venezia) Arseny Zhilyaev e l’opera fa parte di Laborer of the Sun, un progetto dedicato allo studio di un immaginario futuro che deve essere stabilito all’inizio dell’espansione dell’umanità nei vuoti più vicini alla Via Lattea. Nello stand c’è anche una lettera che lui ha scritto contro la guerra. Al F/23 la galleria MLB di Maria Livia Brunelli espone il solo show della fotografa Cristina Nuñez , che si apre con un suo auto ritratto a Mauthausen, una storia potente da leggere tutta attraverso gli scatti. Gianni-Emilio Simonetti alla AF Gallery stand C/9 propone i suoi collage in tecnica mista molto ironici.

’You can fix it if it’s broken, but you can still see the crack’ è la serie di Nicola Gobbetto alla Fonti stand B/8. Convince sempre Nicolò Quirico , che allo stand E/18 della Federico Rui è presente con varie opere tra cui Alveare Urbano, stampa fotografica su collage di pagine di libri d’epoca.

Alla M77 nel padiglione 18 stand D/22, piccole foto di Nino Migliori regalano lo sguardo di questo grande fotografo bolognese sui muri anni Settanta della nostra città e allo stand A/1 della Mazzoleni i collages di Marinella Senatore (serie ’Can one lead a good life in a bad life?’) così futuristi ci ricordano che il collage è tornato tantissimo come mezzo espressivo. Chiosa con l’opera di Flavio Favelli alla Francesca Minini: il neon "Bolognese".

 

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