Cesare Cremonini a Bologna, il Dall'Ara tutto esaurito

Stasera alla prova del fuoco nella sua città davanti ai 40mila dello stadio Centinaia in attesa fuori dallo stadio: c'è chi è in teda da giorni

Cesare Cremonini durante il concerto sold out a San Siro a Milano

Cesare Cremonini durante il concerto sold out a San Siro a Milano

Bologna, 26 Giugno 2018 - "E' un giorno bellissimo a Bologna!", esulta su Istagram. Sì, perché stasera Cesare Cremonini (FOTO) entra nella storia di questa città affidando alle stelle del Dall’Ara (tutto esaurito da mesi e già ieri si sono viste le tende attorno allo stadio) i sogni del Robin rintanato dietro all’idolo degli stadi. Della popstar gentile coi propri ricordi prima ancora che con se stessa.

Centinaia in attesa fuori dallo stadio: c'è chi è in teda da giorni

Una notte di gioia, di pianti e di sudore, perché ogni lacrima è un segreto, come dice una delle sue canzoni più famose, da svelare (finalmente) col dolce afflato degli affetti. E poco importa se durante PadreMadre, al pensiero dei genitori seduti in tribuna, frasi come "se son stato così lontano è stato solo per salvarmi" gli si spezzeranno in gola; tra gli spalti in cui nonno lo portava a gridare per i gol di Marronaro ‘Ce’ non cerca lauree, ma solo il calore di quell’abbraccio divenuto col tempo una necessità impellente.

LEGGI ANCHE - Cesare Cremonini in concerto a Bologna, strade chiuse e bus deviati

Nessun bolognese prima di lui, a cominciare dal nume tutelare Lucio, era riuscito finora da solo nell’impresa e la cosa deve rappresentare per lui una responsabilità tale da farlo sentire piccolo così (a proposito di Dalla) nonostante la certezza di avere il sostegno di tutti quelli che, incrociandolo in tuta a San Luca durante la preparazione di questo spettacolo, gli battevano la mano sulla spalla come fosse un atleta in partenza per le Olimpiadi.

CREMONINI_31951714_114144
CREMONINI_31951714_114144

Il meteo dice che quando stasera Cesare si darà in pasto ai 35 mila attaccando da solo alla tastiera Possibili scenari, prima di scatenare la festa di luci e colori del suo palco delle meraviglie, ci saranno 21 gradi e una brezza moderata da Nord Est; se per il suo ritorno a casa l’autore di Kashmir Kashmir cercava una tempesta perfetta, l’ha probabilmente trovata. Gli immensi schermi mobili a forma di parallelepipedo, anzi i “tobleroni” come li chiama il dottor Nicola ‘Ballo’ Balestri, bassista e amico di una vita con cui Cesare condivide questa monumentale rimpatriata, che salgono e scendono sulla scena inclinandosi come la barra termica che campeggia sulla copertina dell’ultimo album, si riempiono di onde durante La nuova stella di Broadway, per evocare il mare in una scatola che ci sciaborda dentro, di nebbie colorate durante Latin lover, di lampadine che esplodono una dopo l’altra come le occasioni perdute di una vita in bianco e nero durante Poetica.

Lui, la popstar con gli occhi di ragazzo, percorre con grandi falcate (calzature ‘made in Bo’ Fanga ai piedi) lo smisurato camminamento che unisce il palco alle due piccole isole ai lati della struttura in cui evoca i momenti più intimi della maratona, a cominciare da una Una come te formato Nina Simone al piano. Giacca rossa 'sbriluccicosa' (come la chiama lui), occhiali da sole, immagini scomposte che trasformano lo schermo in un caleidoscopio impazzito, enfasi elettronica da club della riviera romagnola, l’entertainer di Lost in the weekend si spende come un angelo della dance o un Jovanotti simpatico. E quando il faccione di Lorenzo compare sugli schermi per rappare la coda di Mondo ti sembra quasi di assistere ad un passaggio di consegne. Se il ragazzo fortunato è passato dai palasport agli stadi per poi riscoprire il fascino arcano del parquet, quello con le ali sotto ai piedi è sbarcato al Dall’Ara, a San Siro e all’Olimpico per restarci.

 

Domani sera alle 21, dopo aver aspettato quasi 40 anni, Bologna rivedrà uno dei suoi figli esibirsi allo stadio Renato Dall’Ara. Lucio Dalla e Francesco De Gregori infatti, furono i protagonisti nel 1979 di un concerto storico che riportò nei grandi spazi all’aperto i giovani e gli appassionati di buona musica. Quel concerto, anche se fu l’ultimo di un artista purosangue di questa città nello stadio rossoblu, rappresentò per una generazione di felisnei e non solo, lo spartiacque tra gli anni di piombo e il nuovo decennio che stava arrivando. Riportò sotto la luce dei riflettori di un palco la gioia di stare insieme. Negli occhi dei ragazzi e delle ragazze di allora, oggi uomini e donne che abitano insieme a me questa città che incanta, quella luce secondo me non si è mai spenta. Nessuno di noi sta vivendo questi anni a cuor leggero. Stiamo attraversando tutti lo stesso ciclone di incertezza e solitudine, amplificato da un impianto sonoro molto più potente di quello che userò io domani in concerto...il mio lavoro è capire gli altri, e so che tutto questo spezza la voce. Rende muti. Ma so anche, da sempre, e non ne ho mai dubitato, che le voci di 40.000 persone in uno stadio, quando rimbombano nell’aria anche se solo sulle note di una canzone, non hanno rivali e non temono nessuno. Domani è di nuovo la sera dei miracoli, fate attenzione! Bologna avrà un nuovo sognatore tra i suoi cavalieri. Grazie a tutti. #CremoniniSTADI2018 #Bologna #Italia #StadioRenatoDallAra #🌈🌈🌈 📸 thanks @postcards_from_bologna #bentornatoacasace

Un post condiviso da cesarecremonini (@cesarecremonini) in data:

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro