Einsturzende Neubauten a Bologna, la musica industriale che racconta Berlino al Manzoni

La band in attività dagli anni ‘80 presenta il disco ‘Alles in Allem’: dagli esordi nei club con lamiere e martelli alle influenze di punk e futurismo

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Bologna, 27 maggio 2022 - I rumori della fine del sogno industriale che diventano ritmo da ballare, l’incedere di un martello pneumatico mescolato con le macchine elettroniche, un viaggio nella decadenza delle metropoli attraverso i suoni delle case vuote. È una poetica fortemente urbana, malinconica, eppure satura di energia irruenta, quella degli Einsturzende Neubauten , che dopo vari rinvii per il virus, arrivano a Bologna questa sera al teatro Manzoni (via de’ Monari 1/2; il concerto è tutto esaurito).

Il gruppo tedesco, guidato da Blixa Bargeld , canta, dai primi ‘80 della presenza tragica del muro, l’ideale infranto dello sviluppo urbanistico, delle periferie accoglienti, delle costruzioni come luogo di socialità. Con un nome la cui traduzione recita ‘Demolizione di nuovi edifici’ , hanno ripreso l’estetica del punk e l’hanno esasperata mettendo insieme le distorsioni delle chitarre elettriche con il fragore metallico di un cantiere abbandonato a sé stesso.

Dal vivo, al loro esordio nei club notturni berlinesi, l’impatto fu profondo. Seghe elettriche, lastre di materiali di recupero, un martello pneumatico, per mettere in scena un ‘caos organizzato’ che prendeva persino le sembianze della canzone. Musica industriale fu, allora, la definizione più utilizzata per cercare di catalogare una musica indescrivibile, originale, che rendeva omaggio alla ribellione gridata dai Sex Pistols a Londra nel 1977 e all’avanguardia storica del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti nell’Italia di inizio ‘900.

Nel corso degli anni, persino la melodia, pur nelle sue espressioni più sperimentali, è entrata nelle loro composizioni, segno di una crescita, anche anagrafica, che ha fatto della band, una espressione del pop moderno più radicale, trasformando ogni concerto in una sorta di rito arcaico liberatorio.

Grazie a loro, Berlino , ancora prima che il Muro crollasse nel 1989, è diventata una città laboratorio, capace di attrarre giovani artisti da ogni angolo del pianeta, affascinati da un ‘mitologia’ che resiste ancora oggi.

A Bologna presenteranno le canzoni del loro ultimo album, Alles in Allem , una raccolta di citazioni, ricordi, suggestioni accumulate in oltre quaranta anni di vita su palchi internazionali, alla ricerca del linguaggio più efficace per raccontare cosa succede quando la speranza di un futuro migliore viene messa in crisi dagli avvenimenti. Attualissimo, il loro suono è, al tempo stesso, quella che il compositore Brian Eno definirebbe ‘musica per ambienti’ e moderno folk, colonna sonora di una comunità, delle sue radici, delle tradizioni, del passaggio da un’epoca dominata dalla presenza del muro a un’altra, apparentemente caratterizzata dalla fine delle divisioni.

E proprio il nuovo disco è, inaspettatamente, il loro lavoro più giocoso, quello dove il sogno, la casualità, persino, ci permettono, almeno per la durata delle canzoni, di mettere da parte la razionalità. Per intraprendere, con loro, un cammino che superi le macerie dei ‘Nuovi edifici in demolizione’ e possa ricomporre, anche per vie fantastiche, gli orizz onti della ricostruzione .

 

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