Mostre Bologna, Ex Africa al museo Civico Archeologico

Fino all'8 settembre, esposti 270 pezzi in nove sezioni che distruggono molti stereotipi e fanno viaggiare alla scoperta di un'arte d'autore e antica

La celebre foto di Man Ray ‘Noire  et Blanche’ (1926)

La celebre foto di Man Ray ‘Noire et Blanche’ (1926)

Bologna, 29 marzo 2019 -  Tra le star della mostra Ex Africa, storie e identità di un’arte universale che si apre venerdì 29 marzo al Museo Civico Archeologico, ci sono le teste Ife nigeriane, che però, fino a poche ore prima dell'inaugurazione, erano ancora in viaggio, attesissime da chi ha curato e prodotto l’esposizione. La città di Ife, situata nel sudovest del paese, nello stato di Osun, era venerata dagli Yoruba come il centro della creazione del mondo e di tutte le specie animali e vegetali e queste teste in terracotta o metalli, potevano raffigurare ritratti dei sovrani locali, detti Oni.

Ecco una delle storie che il pubblico potrà scoprire nel corso di questo viaggio africano attraverso oltre 270 pezzi, che costruiscono una delle più importanti mostre sul tema fatte al mondo e la più ampia realizzata in Italia, dove hanno lavorato curatori italiani (il compianto Ezio Bassani e Gigi Pezzoli) su opere di collezioni straniere di pregio (da Bologna e dal Museo Civico Medievale, una saliera in avorio della Sierra Leone di fine XV secolo). In Ex Africa si è cercato di sfatare alcuni radicati stereotipi e le nove sezioni, «apparentemente generaliste», spostano l’attenzione – come scriveva Bassani «dagli aspetti culturali e dall’enfasi sul loro simbolismo, alle opere e alla loro individualità, per ribadire che ci troviamo davanti ad arte con qualità formali proprie». Quindi, storie africane sì, ma anche «regole, codici e modelli da rispettare, perché le creazioni dovevano essere comprese e accettate dalla collettività per la quale assolvevano spesso una funzione rituale».

Una delle opere esposte
Una delle opere esposte

Una strada percorribile, per dare un’idea della vastità dell’esposizione che sceglie la fotografia di Man Ray Noire et Blanche del 1926 in versione ‘new print’ del 1980 (esposta nella sezione del XX secolo L’Europa guarda l’Africa) è quella che fissa una partenza nella prima sala con le testimonianze su culture antiche e vecchie di mille anni e trova una chiosa nella produzione degli artisti contemporanei, passando per i diversi sguardi con i quali l’Occidente si è posto dinnanzi alle espressioni plastiche dell’Africa, tra cui, ad esempio, l’antico collezionismo di curiosità esotiche. Gli organizzatori ricordano come «le creazioni degli artisti dell’Africa Nera, abitanti cioè a sud del Sahara, hanno dovuto aspettare il XX secolo, in particolare il secondo dopoguerra, per affermare la loro valenza artistica» e monsignor Matteo Zuppi – che interviene con un saluto accanto a Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei, l’assessore alla cultura Matteo Lepore e Giulia Fortunato di CMS.Cultura – apprezza molto il fatto che venga fuori il racconto di un’Africa diversa dal «sentire comune per cui questa terra è ancora un tutt’uno un’incognita, un ‘hic sunt leones’ come nelle mappe».

Semplicemente arte’, ‘Un’arte antica: il caso Mande, 1000 anni di arte del Mali’, ‘Un’arte di corte: il Benin’ (qui saranno esposte le teste di Ife), ‘Gli avori Afro-portoghesi’, ecco alcune delle sezioni individuate. C’è anche il capitolo sull’estetica ‘vodu’, arte selvaggia, apparentemente disordinata, impregnata di sacralità, che propone sculture grandi poste al centro dei villaggi o figure degli altari domestici, fino a quelle più piccole per l’utilizzo personale. Tra gli stereotipi che vengono sbriciolati, invece, quello di un’arte solitamente pensata senza artisti: non è così e l’identificazione di alcune ‘mani dei maestri’ consente di andare finalmente oltre. Il visitatore rimarrà affascinato nel trovare tra maschere, reliquie, figure di potere, femminili o rituali e busti della fertilità, tracce fortissime della storia dell’arte contemporanea, da Modigliani a Picasso e fino a Nolde.

INFO - Fino all’8 settembre. Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 20. La biglietteria chiude un'ora prima. Martedì chiuso. Biglietto intero 14 euro, ci sono varie riduzioni (studenti 12). Infoline: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 18: 051.7168808 o sul sito.

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