Festival scienza medica 2019, il programma. Si comincia con le staminali

Tre premi Nobel, 130 relatori e spettacoli serali anche per bimbi. Il tema di quest'anno è l'Intelligenza della salute. Si parte giovedì 9

Finte viste in corsia, ma sabato si potranno visitare anche gli ospedali veri

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Bologna, 7 maggio 2019 - Tre Premi Nobel, oltre 130 relatori, 80 eventi tra lezioni magistrali, convegni e incontri con scienziati di fama internazionale, spettacoli serali, appuntamenti dedicati alle scuole, 19 sedi coinvolte: sono i numeri della quinta edizione del Festival della Scienza Medica, che torna a Bologna da giovedì 9 maggio a domenica 12 con l’ambizioso obiettivo di rendere accessibile al grande pubblico la cultura medico-scientifica e le sue sfide. Il Festival, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e da Genus Bononiae. Musei nella Città, in collaborazione con l’Università di Bologna e con il supporto del Gruppo Intesa Sanpaolo, è dedicato quest’anno alla ‘Intelligenza della Salute’. 

La cossidetta ‘epidemiologia cognitiva’ dimostra che esiste una correlazione misurabile tra intelligenza e salute personale e collettiva: al Festival si rifletterà sulle prospettive di natura non solo sanitaria, ma anche economica, sociale, etica, che tale legame implica.

Saranno tre i Nobel ospiti della manifestazione: John Gurdon, premiato per la Medicina nel 2012, il primo a intuire e dimostrare, già negli anni Sessanta, che la clonazione era una prospettiva realistica; Aaron Ciechanover, biologo e genetista, premiato con il Nobel per la Chimica nel 2004. Il 14 giugno arriverà sotto le Due Torri il professor Tomas Lindahl, Nobel 2015 per la Chimica per i suoi studi sui meccanismi di riparazione del Dna, con la consueta lezione conclusiva del Festival.

Intelligenza artificiale, meccanismi cerebrali, nuove frontiere della genetica, informazione scientifica e lotta alle fake news: sono soltanto alcuni degli argomenti che verranno trattati nel corso delle quattro giornate: il programma completo bolognamedicina.it e qui di seguito:

 

L'introduzione

Sarà Michele De Luca, staminologo di fama internazionale e direttore del Centro di medicina rigenerativa ‘Stefano Ferrari’ dell’Università di Modena e Reggio Emilia, a inaugurare a Palazzo Re Enzo il Festival della Scienza Medica giovedì 9, dopo il saluto e l’apertura ufficiale da parte del presidente Fabio Roversi-Monaco, alle 18. ‘Le frontiere applicative delle cellule staminali e geografia mondiale della medicina rigenerativa’ è il titolo dell’intervento del professor De Luca, da anni considerato un punto di riferimento internazionale per la terapia cellulare e genica di molte patologie degli epiteli di rivestimento: alle sue cure sperimentali tramite staminali si deve la guarigione, nel 2017, del cosiddetto ‘bambino-farfalla’, un piccolo siriano affetto da epidermiolisi bollosa, rara malattia genetica che provoca lo sfarinamento e la caduta della pelle. Al Festival della Scienza Medica De Luca farà il punto sulle prospettive della medicina rigenerativa basata sull’utilizzo di cellule staminali per la ricostruzione e rigenerazione dei tessuti. 

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Ma qual è lo stato della ricerca a livello nazionale ed europeo? Se alcuni risultati importanti sono stati ottenuti proprio in Italia, culla di eccellenza nella ricerca scientifica, nel nostro Paese persistono limiti alla libertà di ricerca che condizionano negativamente le opportunità di studio e uso di cellule staminali embrionali, già usate all’estero in diverse sperimentazioni cliniche, sulla base di argomenti ‘pseudoetici’ scientificamente ingiustificati.

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