Foto industria 2019 Bologna, così l'uomo cambia faccia alla Terra

Tecnosfera è il tema della Biennale promossa e organizzata dal Mast. Fino al 24 novembre undici mostre gratuite in altrettanti luoghi della città

Foto di Yosuke Bandai

Foto di Yosuke Bandai

Bologna, 24 ottobre 2019 - Ci sono le installazioni industriali ottocentesche disseminate nella Ruhr (un corpus di 70 foto di Albert Renger-Patzsch in Pinacoteca ) e le immagini di statue costruite con i detriti della nostra quotidianità (Yosuke Bandai al Museo della Musica); ci sono il porto di Genova e l’Italsider degli anni Sessanta colti nel segno dell’impegno civile da Lisetta Carmi (all’ Oratorio di Santa Maria della Vita ) e il grande stadio di Berlino narrato in una raffinata ricostruzione digitale da David Claerbout (allo spazio Carbonesi ). 

C’è insomma , in questa quarta edizione della Biennale della fotografia dell’industria e del lavoro promossa e organizzata dal Mast, l’idea di raccontare in un arco temporale ampio i profondi cambiamenti che l’uomo con le sue attività sta determinando sulla terra. Da oggi e fino al 24 novembre sarà possibile visitare (ingresso libero) dieci mostre diffuse nel centro storico a cui si aggiunge la bellissima esposizione-guida ospitata al Mast Anthropocene a cura di Urs Stahel che, aperta ormai da cinque mesi e visitata finora da 60mila persone, chiuderà i battenti il prossimo 5 gennaio.  

Undici mostre, undici luoghi. Una novità: la direzione artistica della manifestazione, dopo le tre edizioni precedenti guidate da Francois Hébel, passa quest’anno a Francesco Zanot . Il quale ha pensato di concentrare sull’idea del ‘costruire’ il tema portante. Tecnosfera è il titolo della kermesse perché con questo termine si intende l’insieme di tutte le strutture che gli esseri umani hanno costruito per garantire la loro sopravvivenza sulla terra.

I numeri della Biennale dicono già molto: 435 fotografie esposte, 16 proiezioni video, un film, 160 eventi frutto del cartellone delle attività collaterali. «Gli edifici, le città, le industrie, le reti energetiche, i sistemi di comunicazione, i network digitali: tutto questo compone gli aspetti che rientrano nella tecnosfera», scrive Isabella Seràgnoli, presidente della Fondazione Mast. E il sindaco Merola , ieri alla presentazione ufficiale del festival in un affollatissimo Palazzo Re Enzo, ha ribadito che su questioni così nodali c’è bisogno dell’immaginario che solo l’arte può offrire».  

In questo viaggio nel cuore di Bologna si incontrano fotografi provenienti da tutto il mondo e immagini di ogni epoca. Nei sotterranei di Palazzo Bentivoglio si possono vedere ad esempio alcuni lavori inediti di Luigi Ghirri realizzati su commissione per importanti aziende che svelano comunque la poetica del maestro. E su commissione sono anche i lavori, figli della ‘scuola istantanea’ di Cartier-Bresson, di André Kertész a Casa Saraceni, attento a indagare il rapporto fra macchina e uomo.

Armin Linke accumula invece nella Biblioteca universitaria materiali di varia natura a fare da cornice ad una serie di video sui fondali marini che nascondono giacimenti di gas industriali mentre Délio Jasse testimonia a palazzo Paltroni (sede della Fondazione del Monte) la crescita fuori controllo di Luanda, capitale dell’Angola, dove a costruire sono soprattutto imprese internazionali. Insomma, come dice Zanot, ogni mostra è un approfondimento della sconfinata materia del costruire.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro