‘Penso che un sogno così non torni mai più’. Gli anni d’oro della musica italiana vanno in scena, letteralmente, sul palco del Duse con cinque imperdibili appuntamenti organizzati dall’associazione Incontri Esistenziali, in collaborazione con il Resto del Carlino e la mostra NOI…Non erano solo canzonette (a Palazzo Belloni fino al 12 aprile).
Le serate teatrali, condotte da Massimo Bernardini, introdotte da Francesco Bernardi, presidente di Incontri Esistenziali, e da Michele Brambilla, direttore Qn-il Resto del Carlino, sono sostenute da Illumia e Bper Banca.
La musica di uno specifico periodo storico va di pari passo con la letteratura, l’arte, l’architettura, la politica di quel tempo e una canzone, non meno di un libro o di un dipinto, riflette il momento in cui è stata immaginata, scritta e cantata. Comunicando di volta in volta l’urgenza della protesta, il languore dell’amore, la forza di un ideale, la canzone popolare che trova la propria strada in tutte le epoche.
È proprio in questo stretto legame fra senso della storia e meccanismo della memoria che la mostra “NOI. Non erano solo canzonette” sa evocare emozioni, riflessione e conoscenza.
A fare il varo della rassegna è stata la grande Mara Maionchi, che, con la sua solita vena ironica, ha parlato di questi magici anni della discografia italiana con le competenze che pochi, come lei, posseggono. Con lei Alberto Salerno, storico paroliere italiano. Alla serata, sul palco a parlare di musica e non solo, anche Oscar Giannino, Giovanni De Luna, Giovanni Salizzoni e Vittoria Gozzi.
“Abbiamo voluto rileggere la storia dell’Italia attraverso la musica leggera, la colonna sonora della nostra storia - esordisce il direttore Qn-il resto del Carlino Michele Brambilla -. Sono canzoni che hanno segnato un ventennio e che tutt’ora fanno rivivere quella storia. I meravigliosi anni Sessanta sono gli anni del boom, anni che, anche in musica, danno idea di un Paese allegro, non più ricco di quello di oggi, ma dove si viveva la certezza che il futuro sarebbe stato meglio del presente. Questo è l’ottimismo che dobbiamo recuperare”.
A seguire i difficili anni Settanta, dove si cantava la voglia di ribellione, a dimostrazione che la musica rispecchia sempre lo spirito di un Paese. La serata ha trattato gli anni dal ‘58 al ‘70 e ogni ospite ha, a modo suo, raccontato ricordi musicali, storici legati a quel periodo, condotti dalla sapiente parlantina del giornalista Massimo Bernardini e inframmezzati da foto e filmati d’epoca.
Seguirà poi la serata con Caterina Caselli l’11 febbraio, con Rita Pavone il 10 marzo e, infine, il 15 aprile con Shel Shapiro. Tutti gli incontri, al teatro Duse, sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. (di Zoe Pederzini)