Giancarlo De Cataldo, quanti delitti sul palco dell’opera

Il magistrato e autore di romanzi noir oggi al Comunale. "Ho scritto un libretto con le musiche di Sollima. A dicembre il debutto"

Una messa in scena di 'Un ballo in maschera'

Una messa in scena di 'Un ballo in maschera'

Bologna, 20 ottobre 2021 - Magistrato e autore del noir italiano di maggior successo, da Romanzo criminale a Suburra , stasera alle 18, Giancarlo De Cataldo, sarà al Teatro Comunale per parlare di opera noir e delitti sul palcoscenico. Partendo dal magistrato melomane Manrico Spinori, protagonista dei suoi ultimi gialli, farà una riflessione su quanto il delitto sia centrale nelle produzioni operistiche. De Cataldo, che rapporto c’è tra noir e opera lirica? "Quasi sempre nell’opera lirica drammatica si assiste a un sacrificio umano che deriva da un delitto efferato, crudele. Pensiamo a Un ballo in maschera, al Rigoletto o all’assassinio del commendatore nel Don Giovanni. La morte, non necessariamente eroica, è molto presente nella produzione operistica e stasera mi divertirò a chiacchierarne". Anche lei, come Manrico Spinori, trova ispirazione nelle opere liriche? "Le due cose vanno di pari passo, naturalmente. Lui è convinto, come del resto lo sono io, che non esista situazione umana che non si possa affrontare con un’opera lirica, anche il delitto. In questa fase della mia vita, nutro una grande passione per l’opera. I libretti e le messe in scena sono dei meccanismi drammaturgici perfetti, dai quali ogni scrittore e ogni sceneggiatore dovrebbe imparare. Prendiamo la Cavalleria rusticana , con quella sintesi fulminante di "Hanno ammazzato compare Turiddu!" fuori dalla scena. È qualcosa che noi non vediamo, ma che è preparata con un crescendo di suspense. Spesso l’opera attinge alla tradizione del teatro classico e riesce a realizzare delle rappresentazioni addirittura più economiche e dirette del teatro. Da questo punto di vista l’opera è molto contemporanea". Qual è la sua opera preferita? "Cambia in base ai periodi e alle stagioni personali. In questo momento, per esempio, sono “in fissa“ con il Rigoletto . Intanto cerco l’ispirazione per un nuovo romanzo, quindi sto studiando anche l’opera del periodo espressionista, da Hindemith a Kurt Weill. In tempi passati sono stato preso dal Don Giovanni e ancora prima dal Falstaff ". Sono giorni importanti per l’opera e per il Teatro Comunale, che proprio domenica scorsa ha accolto il pubblico al completo. "Forse, per la prima volta, l’opera in sé e la messa in scena sono passate in secondo piano per fare spazio all’emozione violenta che abbiamo provato con il teatro pieno, è stato come essere travolti da una folla vibrante". Progetti futuri? "Il prossimo romanzo di Manrico. La mia passione per l’opera, però, non si è limitata all’essere uno spettatore. Ho lavorato a un’opera contemporanea con Giovanni Sollima , lui ha composto le musiche originali e io ho scritto il libretto. Si intitola Acquaprofonda e andrà in scena il 4 dicembre al Teatro Nazionale di Roma".

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