Bologna, al Bravo Caffè l’aiuto alla musicoterapia con Ginevra Di Marco

Il recital ‘Stazioni lunari’ di mercoledì 12 dicembre sostiene il progetto Mozart14 voluto da Claudio Abbado e che ora ha Ezio Bosso come testimonial.

Ginevra Di Marco sarà il 12 al Bravo Caffè per un progetto di beneficenza legato a Tamino  e alla musicoterapia di Mozart14

Ginevra Di Marco sarà il 12 al Bravo Caffè per un progetto di beneficenza legato a Tamino e alla musicoterapia di Mozart14

Bologna, 12 dicembre 2018 - “Donna” Ginevra e le Stazioni Lunari” è lo show che Ginevra Di Marco presenta mercoledì 12 dalle 22 al Bravo Caffè, spicchi di teatro canzone che partendo da brani delle tradizioni dei quattro angoli del mondo indaga il song book italiano nei suoi redimenti nazional-popolari, tra folk e rock. E lo fa da première femme che abbraccia il progetto benefico Tamino, vanto delle attività dell’Associazione Mozart14: spartiti di musicoterapia con incontri di gruppo per i piccoli degenti dei reparti di Chirurgia e Oncologia ed Ematologia, oltre che per i laboratori di canto e musica nella Clinica Pediatrica Gozzadini del Sant’Orsola-Malpighi.

Ginevra, con chi divide questo palco solidale?

«Col regista e conduttore, Francesco Magnelli (pianoforte­magnellophoni), mio compagno di vita, come me ex Csi, e Andrea Salvadori (chitarre, tzouras). Infiliamo la tuta spaziale e andiamo a esplorare “Stazioni Lunari”, pensando al beneficio che possono trarne i più piccoli grazie alla musicoterapia. Trovo intimamente imbrigliante il messaggio “la musica ti cambia la vita”. Per iniziative belle e utili non potevo certo tirarmi indietro».

Chi l’ha contattata?

«Anna Savini, coordinatrice dell’attività Tamino e Coro Cherubino per chiedermi se fossi disposta a portare a Bologna il nostro show per sostenere le iniziative musicali avviate per l’Associazione da Claudio Abbado. Di cui è ambasciatore Ezio Bosso. Il nostro sì è stato immediato».

Ha avuto modo di sentire anche Alessandra, figlia del grande maestro, che attualmente presiede l’Associazione?

«Non direttamente, ma so del suo assenso entusiastico. E’ una manager del sociale piena di verve e di progetti arditi. Buon sangue non mente».

L’ossatura del progetto?

«E’ un’idea che nasce nel 2004 dalla voglia mia e di Francesco appena usciti dal gruppo Csi, di circumnavigare in mondi nuovi. Una scelta in libertà, sempre con tre ospiti prelevati da mondi musicali diversi più la sottoscritta a far da padrona di casa. Uno spettacolo unico, utile a far capire al pubblico che la musica è bella o brutta, ma non ha etichette. Mi rende ebbra di gioia l’idea che il mio spettacolo d’elezione, dal 2016 arricchito di un intenso legame col Sud America (“Ginevra Di Marco canta Mercedes Sosa”) divenga una serata solidale di musicoterapia utile perfino ad attivare con il suono una relazione emotiva tra bimbo racchiuso in incubatrice e genitori».

Ma “Stazioni Lunari” è pur sempre sperimentazione: in un mondo affollato di false certezze, di talent, di scorciatoie per il successo, lei continua ad avallare il concetto dell’incerto?

«Sì, perché l’incerto ha fatto parte della mia storia musicale fin dall’inizio, ma è pure il propellente giusto per l’improvvisazione. Mentre i talent fluttuano in un universo parallelo, di persone che se la giocano tra di loro. E chi ne viene fuori, senza un nome costruito su solide basi, rischia di essere espulso dal mondo reale anche senza meritarlo».

Giovanni Lindo Ferretti, Max Gazzè, Cristiano Godano, Riccardo Tesi e ovviamente Francesco Magnelli: spenda due parole per ciascuno di questi musicisti con cui collabora o ha collaborato...

«Lindo è metà di me stessa, io sono la parte angelica, lui l’altra. Gazzè è un fratello musicale, Cristiano è la forza dell’innovazione, la scrittura che affascina; Riccardo, con cui ho inciso Crinali, è il link con la musica della tradizione. Magnelli è il mio tutto».

Che cosa ha sottolineato il suo sodalizio anche di vita con Francesco?

«Tutte le sfumature e le complessità dello stare al mondo. Su questo mondo, in questo tempo. Ma pure una curiosa escursione “cinematografica” (la sonorizzazione del film muto Il Fantasma dell’Opera) e Trama Tenue, del ’99, il mio debutto come solista».

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