Gli ’Heroes’ del jazz sfidano il virus

Il Festival dal 30 ottobre al 15 novembre. Tanti omaggi a Steve Grossman mentre Fresu suona Bowie

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di Gian Aldo Traversi

Jazz e fantasia fanno parte del Dna dei musicisti italiani, "serenate inquiete", per dirla con un columnist di Down Beat sono un marchio di fabbrica che ci contraddistingue. La ribalta giusta sarà quella del Bologna Jazz Festival 2020, stracolmo di valori seppur circoscritti alla jazzeria nazionale per via dei blocchi imposti dalla pandemia, spalmato tra il 30 ottobre e il 15 novembre per teatri e club di Bologna, Ferrara, Modena e Forlì. Con un paio di anteprime che fissano l’ancestrale aspirazione a misurarci con il cosmo nella notte buia dell’emergenza sanitaria: il 22 ottobre al Manzoni i The Comet is Coming (produzione Locomotiv); mentre al Jazz Club di Ferrara le luci si accendono sul Gianluca Petrella Cosmic Renaissance (24).

Una rassegna in tempi di pandemia presentata dall’assessore Matteo Lepore, da Federico Mutti, presidente dell’Associazione Bologna in Musica e da Francesco Bettini, direttore artistico. Cui s’è accodato un videomessaggio dell’assessore Mauro Felicori che ha espresso il desiderio di creare una residenzialità musicale altolocata, com’è stato per Steve Grossman, utile a far lievitare i talenti.

Festival a temi scolpiti tra ricordi e celebrazioni. A partire da quella dedicata al centenario della nascita di Charlie Parker affidata ai sassofonisti Francesco Cafiso, Mattia Cigalini e Jesse Davis (Teatro Duse, 30 ottobre). Cui segue una cascata di omaggi a Steve Grossman recentemente scomparso: dal progetto We Won’t Forget nell’interpretazione di un gruppo di 12 elementi, tra cui Boltro, Atti, Odorici e Pontrandolfo (Manzoni, 6 novembre); alla Steve Grossman Legacy Band al Camera Jazz & Music Club e il Tributo a Steve Grossman della Bentivoglio All Stars in Cantina Bentivoglio, ospiti Jimmy Villotti e Valerio Pontrandolfo (concerti del 7 novembre). Conclude il trio di Carlo Atti So Long Steve! (8 novembre, ai 300 Scalini).

Rapisce per bellezza e profondità il tributo di Paolo Fresu a David Bowie, stella glam rock che se ne andò dopo aver firmato un disco prossimo al jazz, che il vate di Berchidda interpreta con Magoni, Petrella e altri con Heroes (Manzoni, 13 novembre). Splende di luce propria il liveclubbing: alla Cantina Bentivoglio con il quartetto della vocalist Lucy Woodward (10 novembre), gli iconoclasti fisarmonicisti Simone Zanchini e Antonello Salis (11) e il quartetto del sassofonista Seamus Blake (12). Appetibile il mainstream del Camera Jazz & Music Club con il quartetto di Dena DeRose più Piero Odorici (31 ottobre); e l’Exit Signs Quartet che ospita Robert Bonisolo (14 novembre). Imperdibili i progetti WE4 di Fabrizio Bosso (4 novembre) e di Antonio Faraò (5 novembre) al Bravo Caffè. 

Al Torrione di Ferrara entrano Tiziana Ghiglioni e Giancarlo Schiaffini (31 ottobre), Fabrizio Bosso-Julian Oliver Mazzariello (14 novembre). Novità attesa Diana Torto col Marcello Molinari 5tet al Teatro Fanin di S. Giovanni in Persiceto (2 novembre). Allo Smallet di Modena ribalta per il quintetto To Miles with Love, con i fiati di Fulvio Sigurtà e Robert Bonisolo (7 novembre).

Tra le attività collaterali il Progetto Didattico Massimo Mutti e Jazz Insight diretto da Emiliano Pintori al Museo della Musica. Né mancherà l’Autobus del Jazz con tanto di livrea realizzata da Paolo Bacilieri, fumettista scrittore di appeal internazionale. Ci sarà un dopo festival a Forlì in dicembre, quando il BJF sosterrà la causa dell’Artusi Jazz Festival.

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