Mace a Bologna, concerto all’Estragon. “Venite con me in un viaggio cosmico“

Il produttore e deejay milanese porta in tour il disco ‘OBE’. “Ho ideato un’esperienza extra-sensoriale che assorbe e coinvolge il pubblico“

Mace, al secolo Simone Benussi, deejay e produttore milanese di 39 anni

Mace, al secolo Simone Benussi, deejay e produttore milanese di 39 anni

Bologna, 28 maggio 2022 - "È il primo concerto con dei cantanti, ma senza cantanti. Tutto viene suonato da me e dalla band". Il suo ultimo disco è uscito ieri, e già di per sé potrebbe bastare per un primo spaccato sull’universo artistico e musicale di Mace , al secolo Simone Benussi . L’album si intitola Oltre , contiene 12 tracce che vanno da titoli come estasi e impeto a risveglio , mentre la prima, brekthrough suite , dura addirittura 19 minuti, senza alcuna voce.

Il deejay, beatmaker e produttore milanese – legatissimo alla sua città, dai progetti con il sindaco Beppe Sala al video di Senza fiato con il duomo alle spalle –, in attività da oltre 20 anni, ha spaziato tra generi e sonorità differenti, iniziando a 360 gradi nell’Hip Hop e collaborando con nomi che vanno da Gue a Salmo , da Marracash a Kaos e Colle der Fomento : Mace sarà questa sera all’ Estragon (via Stalingrado 83, ore 21) portando sul palco un altro progetto, uscito nel 2021, di cui la pandemia non ha mai permesso il tour: OBE Live (acronimo di An Out of Body Experience ) è un’esperienza multisensoriale che offre un viaggio extracorporeo, tra coordinate geografiche inaspettate e mondi onirici, tra illusione e realtà. In un concerto con tante voci, ma senza cantanti.

Come sta andato il tour?

"L’emozione è gigante, la risposta del pubblico va oltre tutte le mie più rosee aspettative".

Come mai?

"È un ‘super viaggio’: fino a che non lo abbiamo testato, finché non mi ci sono trovato davanti, non avevo idea di cosa sarebbe venuto fuori davvero...".

Poi è successo. Ma la volontà di dare vita a uno show ‘extrasensoriale’, come nasce?

"Volevo fosse un’esperienza diversa dai soliti live . Ho ideato un concerto secondo i miei gusti, pensando a cosa sarebbe piaciuto a me e a come mi sarebbe piaciuto assistere a un’esibizione".

Questo sembra rispecchiare la natura dell’artista, che cattura il pubblico in quanto se stesso. Ma di che genere musicale possiamo parlare?

"Secondo me il discorso sui generi è sbagliato: tutto cambia costantemente, tutto è un flusso che si muove. E, così, anche i generi musicali sono destinati ad evolversi e a cambiare. Altrimenti tutto suonerebbe sempre vecchio e già sentito: le persone hanno sempre bisogno di nuovi stimoli, per fortuna, e anche i miei ascolti sono cambiati tanto nel corso degli anni".

In che modo?

"Mi piace ripetere che il miglior regalo che puoi fare a un pubblico sia ignorarlo. Soltanto così puoi fare musica in maniera naturale".

Il mestiere del produttore è cambiato molto e oggi sempre più ragazzi, anche giovanissimi, si affacciano alla musica per produrre beat e scovare talenti, piuttosto che per cantare o fare rap.

"È vero, mi capita sempre più spesso di incontrare ragazzini che, già a 12 anni, cominciano a comporre i primi beat , o iniziano ad approcciarsi agli strumenti. Ed è una figata".

Dà soddisfazione?

"È un mestiere che si impara con l’età, con l’esperienza, affinando i gusti musicali, ma è bello sentire tanta passione".

 

 

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