Matis Bologna, prove di rinascita. Ora si balla a ritmo di hip hop

Due sale a ingressi separati e sushi bar in terrazza

L’inaugurazione della stagione del Matis, storica discoteca di Casteldebole (Schicchi)

L’inaugurazione della stagione del Matis, storica discoteca di Casteldebole (Schicchi)

Bologna, 5 novembre 2018 - Un teatro che si trasforma in discoteca. In piena epoca dell’apparire, del culto dell’immagine, quando prima di andare in club erano necessarie ore di meticolosa preparazione e ballare su un palco era l’aspirazione di ogni cubista. Sentirsi protagonisti. Era questa l’esperienza che ha fatto del Matis Club una delle piste da ballo di maggior successo in Italia. Erano gli anni ’90 e nella periferia cittadina, a Casteldebole, via Rotta 10, un ex teatro (prima ancora era stato un locale a luci rosse che si chiamava cine-teatro Lux), il Variety, di proprietà di Bibi Ballandi, che aveva anche ospitato alcuni concerti di gruppi new wave internazionali, si trasforma in un luogo della notte.

Struttura essenziale, poco più di un cubo, ottimo impianto di amplificazione, la musica al centro e, soprattutto, un vero palcoscenico, dove lo spettacolo non è più quello della pop band, ma dei ragazzi che lo calcano sino alle prime ore del mattino. Il successo fu travolgente, talmente vasto che oggi, i gruppi facebook dedicati a quella stagione e alle relative feste ‘nostalgia’, contano decine di migliaia di iscritti e le serate a tema, dove i dischi sono solo quelli dell’epoca, sono sempre ‘sold out’.

Aperta nel novembre del 1988, in occasione dei trent’anni di vita, il Matis cambia completamente pelle, diventando, proprio in questi giorni, un’appendice bolognese dell’impero dell’intrattenimento creato sulla Riviera Romagnola dai fratelli Buffagni, che gestiscono club ‘storici’ di enorme richiamo, come il Peter Pan e la Villa delle Rose.

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Due sale, una, la principale, inaugurata il 12 ottobre, con i suoni urbani dell’hip hop e del r’n’b, un’altra, più raccolta, dove invece i ritmi riporteranno il pubblico all’epoca della prima house music che arrivava dall’America e che ebbe proprio nel Matis il suo riferimento italiano, con la presenza, allora, di artisti come Tony Humpries e Frankie Knuckles, che ne avevano fatto la loro ‘casa’ in occasione dei tour europei. Questo ambiente ha un suo ingresso separato, una sorta di spazio isolato, più sofisticato, rispetto a quello centrale. Completano l’architettura del club, un gigantesco video wall, cinque bar e una terrazza con sushi bar e vista su un panorama metropolitano che gli dà un respiro globale, da spazio urbano.

Per adesso, il locale è aperto solo il venerdì e i pre festivi, con l’aspirazione a ricreare quella dimensione da club che le discoteche hanno ormai perso, posti di socialità e non di semplice consumo della musica. Proprio come qui succedeva tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, quando il locale di Casteldebole attirava un pubblico nazionale, sedotto da feste come Star Cake e Juice of the Juice, colorate, stravaganti, capaci di competere con successo con le notti delle discoteche di Ibiza.

Non a caso, molti dei dj che qui hanno costruito la loro carriera sono poi diventati star delle feste nelle Baleari. Il sogno? Far tornare Bologna ai fasti notturni di qualche decennio fa. Non a caso la disco music è stata inventata proprio in città da Mauro Malavasi, prima che diventasse il più stretto collaboratore di Lucio Dalla.

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