Bologna, 20 settembre 2022 - Sono tante le persone che hanno fatto visita almeno una volta al mercatino del chiostro della basilica di San Francesco, che andrà avanti fino all’11 di ottobre. Fra le bancarelle, si può trovare di tutto: libri, fumetti, vestiti, piatti, bicchieri, calzature e chi più ne ha più ne metta. In questo modo, si dà una seconda opportunità a oggetti che per alcuni non hanno più valore ma per altri possono essere necessari.
Fra le bancarelle si aggirano persone di tutte le età: gli anziani sfogliano i libri, i giovani cercano abiti vintage e i più piccoli rovistano tra le cassette, alla ricerca di un gioco che incontri i loro gusti. Ci sono anche pezzi da collezione, come le vecchie macchine da scrivere Olivetti, mobili d’antiquariato, bicchieri di cristallo, cartoline e foto. Fra gli oggetti più curiosi sono presenti anche lettere e corrispondenze fra persone che ormai appartengono alla memoria. Insomma, il tempo, nel chiostro della chiesa, sembra essersi fermato.
L’affluenza è elevata, confermano i volontari, ma i giorni più affollati sono sicuramente la domenica, quando il tempo libero non manca e la curiosità di affacciarsi al mercatino è tanta e il martedì mattina, quando in piazza san Francesco arriva il caro e vecchio mercato dei fiori e quindi si ha una doppia possibilità di fare acquisti. I proventi derivanti dal mercatino di quest’anno, partito l’11 settembre, sono a sostegno delle strutture della basilica, ma anche per il progetto di ricostruzione post-alluvione in Ghana. Il mercatino è aperto tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 e l’ingresso è gratuito. Vale la pena andarci, anche solo per ammirare la basilica dall’interno del chiostro.
All’interno del mercatino solidale è possibile fare acquisti, ma anche donare gli oggetti che non servono più. Tutti i materiali, che devono comunque essere in buono stato, funzionanti e in ordine, possono essere donati ai volontari negli orari di apertura della basilica. "Non ero mai venuto qui, nonostante viva a Bologna ormai da un po’ di tempo. Non l’avevo, però, mai sentito nominare - afferma Giorgio Fuligni, studente fuorisede -. Mi sembra un bel posto: ci sono tante cose usate tenute molto bene. Penso sia importante in questo momento storico, per la crisi, per i cambiamenti climatici. E’ bello vedere che si riesce a dare in qualche modo una seconda vita a oggetti, evitando così gli sprechi".
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