Paradiso Jazz Festival, San Lazzaro fa il pieno di stelle

Fino al 20 maggio al circolo Arci sei concerti ‘grandi firme’

Il trombettista Terence Blanchard (Foto Serra)

Terence Blanchard musicista e autore di musica Jazz (Photo by Roberto Serra / Iguana).

Bologna, 20 marzo 2019 - La squillante tromba post-bop di Terence Blanchard (autore delle musiche dei più importanti film di Spike Lee) in quintetto con il suo E-Collective (25 marzo) e quella di Avishai Cohen, alfiere della Giornata del Jazz Unesco (30 aprile); il gotha del chitarrismo elettrico di Mike Stern (15 aprile); il batterismo jazz fusion di Dave Weckl e quello creativo di Peter Erskine & The Dr. Um Band (6 maggio); il sassofonismo trascendente di Archie Shepp (20 maggio), fedele alla grande stagione del free, abile nel tramutare la mirabolante fantasia in mirabolante perizia, ospite del trio di Massimo Faraò sono alcune delle chicche di Paradiso Jazz Festival, dodicesima edizione allestita nella Sala Teatro Paradiso dal Circolo Arci San Lazzaro di Savena (via Bellaria 7), spalmata su sei date, dal 25 marzo al 20 maggio, per la direzione artistica di Marco Coppi e il fervore organizzativo di Franco Fanizzi, vicepresidente dell’Arci più grande d’Italia. Un file intrigante che guarda alla tradizione e alle sue diramazioni con un «coup d’oeil» alle contaminazioni acustiche ed elettriche. Un progetto articolato e interdisciplinare, con sonorità afroamericane melangiate con la musica contemporanea. Proposta di assoluta novità è il concerto di David Helbock’s Random/Control (8 aprile), creatività trasfusa nella tradizione eurocolta, ma anche classica declinata con accenti jazz da una triade di polistrumentisti austriaci di ritmica vivacissima, non cervellotica, che si avvalgono oltre che degli strumenti tradizionali (piano, tromba, sax) anche di basso tuba, didgeridoo, elettronica, vari tipi di fiati e strumenti etnici e classici.

Ad alzare il sipario sul festival è Terence Blanchard, una tromba tra cinema (nominato agli Oscar per la colonna sonora di ‘BlacKkKlansman’) e jazz, vettore di una musica che è sovrastimolazione sensoriale appesa a un ribaltamento onirico dell’esistenza: epici silenzi, improvvise dilatazioni timbriche, microsuoni cui non si è abituati, non disgiunti da solidi paradigmi accademico contemporanei. Gli aromi giusti per accalappiare le coscienze di melomani e cinefili - sue anche le musiche di Jungle Fever e Malcolm X sempre di Spike Lee -, accompagnato dal suo E-Collective, virtuosi tra i più richiesti sulla scena internazionale. C’è attesa pure per Avishai Cohen, ovvero l’arte della tromba che si uniforma a una preghiera sommessa e diventa sinonimo di fluidità e complessità, densità e trasparenza. Frutto di una scrittura illuminata, tollerante e sicura che l’israelo-americano propone. Una musica anche descrittiva, come se attingesse a un doppio passaporto, tra New York e Tel Aviv, passando per l’Europa.

Ghiotta anticipazione di Coppi extra rassegna: il 4, 5 e 6 agosto al Rufus Thomas Park di Porretta Terme ribalta per il mini festival Porretta Progr, co-direzione artistica dello stesso Coppi - continuazione della precedente rassegna «… E buona notte ai suonatori»- che vedrà sfilare Soft Machine, Caravan e Martin Barre, ex chitarrista dei Jethro Tull, usciti di scena nel 2011.

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