Bologna, il ritorno delle Puppini Sisters

Al Bravo le bolognesi naturalizzate londinesi in un concerto intimista e di atmosfere rétro

Bologna, le Puppini Sisters al Bravo

Bologna, le Puppini Sisters al Bravo

Bologna, 19 febbraio 2019 - Tornano le suffragette della musica inventate da una chanteuse folgorata fin da piccola dal mito delle cantanti bohémienne parigine, libere, disordinate e giovani. Il «love supreme» di Marcella Puppini, nata nella città alta, scollinante fino a Londra dove ha casa dagli Anni Novanta. Un gruppo un po’ bambole pin-up, un po’ soubrette da rivista, le celeberrime Puppini Sisters, ovvero Marcella (voce e fisarmonica) che canta a cappella assieme a Kate Mullins ed Emma Smith, con Jamie Safir al piano, in concerto stasera al Bravo Caffè (ore 22), a sfogliare un repertorio che elettrizzò il pubblico dell’Auditorium Manzoni fin dalla prima esibizione, nel 2009.

Marcella e le sue «Sorelle Puppini»… quasi sulla soglia dell’eternità…

«Se accadesse sarebbe per volontà del pubblico e della critica (risatina). Il concerto di stasera è ispirato al repertorio di sempre, ma con venature più intimistiche, tra il burlesque e l’old cabaret alternativo molto swing, con rarità d’epoca. Un successo fin dalla «prima» al Manzoni nel 2009. Domani replichiamo al Blue Note di Milano».

Che ne è dell’altro suo gruppo, The Forget Me Nots, un «urlo che squarcia le tenebre» per la critica anglofona?

«Gli inglesi sanno infarinare per bene. Il progetto è nato come orchestrina stile primi ’900. Dopo un paio d’anni cambiai il sound in quello di un gruppo rock, più Sturm und Drang. Come le Sisters gode di ottima salute».

Novità in agenda?

«Stiamo allestendo un concerto e un album con una storica big band, The Pasadena Roof Orchestra. Loro sono dodici, noi tre, il progetto s’ispira al ballo swing. E’ già iniziato il crowdfunding, siamo furiosamente indipendenti».

Peccato non chiamarsi «The Puppini Orchestra»…

«Ci chiameremo The Puppini Sisters and Pasadena».

C’è dell’altro?

«‘R.A. the Ragged Man’, album solista che sto preparando con il rapper americano, hip hop noir, melangiato con electro swing e jazz, portato avanti con Hugues Payen, produttore francese ex Caravan Palace».

Non si vive di sola musica…

«Infatti. L’estate scorsa ho recitato in un film tuttora in fieri intitolato «Prism» del regista Magnus Aronson, co-regista e attrice protagonista Anna Neil, in cui faccio la parte di Soresol, maga che incombe sulla storia di una coppia che crede ciecamente alle coincidenze. In più produco giovani promesse, R&B e hip hop».

Nel frattempo spira il vento anti-Brexit: la giornalista Rachel Johnson, conduttrice di «The Pledge», si è tolta la camicetta per mostrare il seno in segno di protesta…

«Per la musica è una catastrofe. Il budget di un gruppo che va in tournée cresce a dismisura. Se si aggiungono le tassazioni automatiche per cui chi suona riceve il 30 per cento in meno, fare un salto in America diventa impossibile».

Bologna ce la infila nelle chiacchierate londinesi?

«Tutte le volte che posso. È conosciuta come Alma Mater, per il teatro e la musica, ma solo dalle élite culturali».

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