Warhol Bologna, in mostra con i suoi amici di New York

L'esposizione apre sabato 29 settembre e andrà avanti fino al 24 febbraio

Andy Warhol (Ansa)

Andy Warhol (Ansa)

Bologna, 28 settembre 2018 - «Negli anni Ottanta Andy Warhol torna a essere l’artista centrale nella vita della Big Apple, punto di riferimento come lo era stato nei Sessanta, nell’età dell’oro della Pop Art, complice la fantasia creativa del nuovo decennio sostenuta da giovani che in gran parte non si immedesimano nel concettuale freddo, mentale, teorico e nell’eleganza trattenuta del minimalismo». La lunga citazione, tratta dal testo di Luca Beatrice in apertura del catalogo della mostra Warhol & Friends. New York negli anni Ottanta dice molto, moltissimo della rassegna prodotta da Arthemisia, in calendario da domani al 24 febbraio 2019 a Palazzo Albergati di via Saragozza. Il critico torinese ne è il curatore, e sottolinea subito come fra i 150 lavori in vetrina figurino, accanto alle 36 opere e alle 38 polaroid warholiane, gli altri grandi nomi della febbrile New York del decennio che vide l’elezione di Reagan, il crollo del Muro di Berlino, Piazza Tienanmen, l’uccisione di John Lennon (FOTO). 

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Diciamoli subito i nomi degli ‘amici’ di Warhol, e delle opere con cui lo accompagnano. Vedremo Basquiat, Untitled di Keith Haring, Dunciad di Julian Schnabel, Art Magazine Ads di Jeff Koons. È il ritorno alla pittura, acceso da continui rimandi con il cinema, la fotografia, la street art, la musica, la performance, il graffitismo. Sono gli anni Ottanta da bere. Un’utopia di onnipotenza. In una recente intervista al Carlino, anticipando i temi della mostra, Beatrice si interrogava: «Quando finisce il sogno? Il 22 febbraio 1987 Warhol muore a 58 anni dopo un semplice intervento chirurgico, muoiono tra aids e droga Basquiat, Haring e Mapplethorpe, di cui presenteremo tra le altre anche la foto di lui con Patti Smith, da giovanissimi. Cala il sipario su quel decennio e si chiude un’epoca». 

Andy Warhol
Andy Warhol

Mano a mano che si procede la mostra stringe il suo fuoco sul protagonista principale. Ecco allora i famosi ritratti di Gianni Agnelli, Lenin, Man Ray, Liza Minnelli, mentre poco dopo appaiono gli scatti con la Polaroid: molta gente del cinema Jane Fonda, Joan Collins, Yul Brinner, ed è il solo momento in cui Warhol gioca, si diverte, travestendosi da divo o da drag queen. La sua morte, quasi preparata dal tormentato bianco e nero della vasta scelta di foto di Mapplethorpe, è fissata in un Dracula serigrafato su cartone. Ma la verità su Andy è un’altra. Ce la sveleranno, tre anni dopo Lou Reed e John Cale, che iniziarono la carriera grazie a lui fondando i Velvet Underground, e che tornarono insieme per ringraziarlo nell’album Songs for Drella. Drella era Andy, metà Dracula metà Cinderella. Un’anima buia e la candida Cenerentola. 

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