Arte Fiera 2019 Bologna, le opere da non perdere

Fino al 4 febbraio. Meno ospiti, più selezione

Arte Fiera 2019 fino al 4 febbraio a Bologna (FotoSchicchi)

Arte Fiera 2019 fino al 4 febbraio a Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 1 febbraio 2019 - Meno artisti, rigorosa selezione degli espositori per lo più italiani, forte attenzione al linguaggio fotografico, nuovi progetti con le istituzioni culturali del territorio. Eccoli qua i pilastri della rivoluzione su cui scommette il neodirettore artistico Simone Menegoi per rilanciare Arte Fiera (foto), la kermesse più longeva d’Italia che apre i battenti a Bologna oggi e che sarà visitabile fino a lunedì. 

Un’impostazione che piace anche al sottosegretario alla Cultura, la bolognese Lucia Borgonzoni, che, intervenendo ieri alla presentazione ufficiale, si è complimentata per il nuovo assetto, soffermandosi molto sulla necessità di sostenere gli artisti italiani. "Non a caso il ministero ha stanziato di recente tre milioni e mezzo di euro per promuovere la nostra creatività all’estero - ha detto - e la Lega si sta battendo come politica europea per l’Iva agevolata sulle opere d’arte".   La sorpresa più grossa per i visitatori di questa quarantatreesima edizione sarà appunto il numero ridotto di artisti: le gallerie con gli stand più grandi possono ospitare al massimo sei artisti mentre a quelle piccole e medie non ne sono stati concessi più di tre. Non solo: tariffe agevolate sono state previste per quelle gallerie (sono una cinquantina su 147) che propongono un solo nome, creando di fatto una serie di mostre monografiche propedeutiche all’approfondimento. 

Menegoi succede ad Angela Vettese, ha avuto pochi mesi per costruire insieme alla sua vice Gloria Bartoli il palinsesto della manifestazione e ha le idee chiare: ai numeri dice di preferire la qualità, che solo un ridotto numero di espositori (in passato si era arrivati a 200) può garantire. Messa così, è inutile chiedergli se si augura di sforare o meno il tetto dei 48mila visitatori dell’anno passato. «Spero che la gente continui sempre a venire», taglia corto.    Come abitudine, l’arco storico degli artisti esposti va dal Novecento al contemporaneo fino alle ultime tendenze. Ci sono nomi famosi (De Chirico e Schifano, ma anche Conrad Marca-Relli e Osvaldo Licini, tanto per citarne qualcuno a caso), gallerie di riguardo che si rivedono a Bologna (De Cardenas, Monitor, Peola...) e molti collezionisti. Quest’anno infatti la Fiera ha deciso di ospitare negli alberghi almeno 350 appassionati d’arte segnalati dai vari stand.

I buoni propositi per le prossime edizioni puntano ad attribuire maggior valore alla figura dei curatori, ad approfondire le sezioni legate alla fotografia e all’identità contemporanea e ad incentivare le giovani gallerie. Di certo sarà sviluppata l’idea che sottende la mostra Solo figura e sfondo, ospitata nel padiglione 26, che raccoglie per la prima volta un’ottantina di opere delle istituzioni pubbliche e private della regione: l’idea è di creare fin dal 2020 un evento, Courtesy Emilia Romagna, che racconti il territorio come un museo diffuso del contemporaneo. È proprio questa la parola che torna con più frequenza.    Sotto il segno di Bologna città del contemporaneo il capoluogo emiliano dal 25 gennaio è invaso da almeno 120 eventi d’arte (18 sono quelli più istituzionali) che costituiscono l’ossatura di Art City, il festival voluto da Comune e Ente Fiera. E in questo contesto si inseriscono anche altre iniziative di Arte Fiera come l’inconsueta installazione di Flavio Favelli che accoglie i visitatori all’ingresso o le performance della serie Oplà curate da Silvia Fanti. Qualche esempio? Alex Cicchetti organizza un “Love bar” dove cocktail verranno scambiati con storie di gente comune, mentre Cesare Pietrolusti ospita in un proprio stand opere che potranno essere cedute gratuitamente a quei visitatori che sapranno esprimere un pensiero attinente. Da un punto di vista poetico, ovviamente. 

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Qui sotto, le opere da non perdere. Schede a cura di Benedetta Cucci

 

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