Bologna, l’oste investigatore. Così ‘il tortellino muore nel brodo’

Il debutto di Filippo Venturi con Mondadori: la presentazione del nuovo libro oggi alle 18 alle librerie Ambasciatori

Filippo Venturi, classe ‘72, laureato in Giurisprudenza, è autore del romanzo ‘Il tortellino muore nel brodo’

Filippo Venturi, classe ‘72, laureato in Giurisprudenza, è autore del romanzo ‘Il tortellino muore nel brodo’

Bologna, 5 luglio 2018 - «Bologna? Un posto straordinario, abitato da gente che forse ha dimenticato quella “vecchia signora che fu contadina e che ci ha fatto innamorare». Parola di Filippo Venturi, classe ‘72, laureato in Giurisprudenza, che alla domanda chi è risponde subito «prima di tutto padre e marito». Un passato da protagonista delle notti bolognesi e un presente da ristoratore tra i tavoli della piccola trattoria incastonata con la sua vetrina rossa nel cuore del centro storico, Venturi ha scelto proprio Bologna per il suo Emilio Zucchini, l’oste investigatore protagonista de ‘Il tortellino muore nel brodo’ che segna il suo debutto in libreria non come scrittore ma come firma della casa editrice Mondadori.

«Una sfida vinta», dice con orgoglio, «un sogno diventato realtà» sottolinea col sorriso, per il quale non smetterò mai di ringraziare il mio scout Andrea Delmonte e il direttore della narrativa Carlo Carabba oltre alla Mondadori che ha «suggellato» la nascita di Emilio Zucchini , lo scapolo impertinente «devoto alla soddisfazione dei suoi clienti e al rispetto ortodosso delle ricette della cucina bolognese» che è il protagonista del romanzo che verrà presentato il 5 luglio alle 18 alle librerie Ambasciatori. Una storia che ha il ritmo di un film di Tarantino cresciuto all’ombra dei portici. Una sorta di sceneggiatura ‘rosso Bologna’ imperdibile per i petroniani doc come il suo autore, ‘Fortitudino’ di nascita con la passione per il buon cibo e per una città che non cambierebbe mai con nessun’altra al mondo. Una lettura imperdibile anche per gli amanti dello stile noir contemporaneo, un crime americano ambientato all’ombra delle Due Torri che potrebbe essere solo l’inizio di una vera e propria saga visto che Emilio Zucchini, e questo è l’auspicio delll’autore, potrebbe essere chiamato a risolvere nuovi casi. «Sì, è vero ho scritto questo libro pensandolo come il ‘primo caso di Emilio Zucchini’ - spiega - ma ora la parola passa ai lettori. Saranno loro a decidere, se come penso io, lui sia veramente un grandissimo».

Una storia che tiene col fiato sospeso, capace di far ridere e immersa nei colori e tra i quartieri di questa città. La differenza tra la Bologna anni Ottanta che ha descritto nel suo libro d’esordio e quella del 2018 di Emilio Zucchini?

«Oggi è rimasto solo il ricordo di quel paesone in cui tutti si conoscevano. La Bologna di oggi è una piccola metropoli che si trova a dover fare i conti con le problematiche che attraversano tutto il Paese. Una città più chiusa, meno solidale, più impaurita...»

Immagino che il cambiamento emerga con forza tra i tavoli della sua trattoria...

“Da una parte ascolto il punto di vista dei bolognesi ‘delusi’ da una città che non sentono più amica, dall’altro vedo l’entusiasmo del turista a cui brillano gli occhi quando si parla di Bologna. “E’ di una bellezza unica”, mi dicono tra la tagliatella e il polpettone. Ma la verità è che chi la abita non riesce più a sentirla così».

Come è nato Emilio Zucchini?

«Il ristoratore -investigatore mi è stato letteralemente commissionato. Non è la prima volta che questa figura appare in narrativa, basti pensare ai personaggi del BarLume di Malvaldi. Ma la grande differenza sta nel fatto che per la prima volta lo scrittore è nella vita reale un ristoratore. Credo che la casa editrice cercasse proprio questa unicità».

Due romanzi, due libri di racconti, uan trasmissione radiofonica seguitissima e ora il debutto con Mondadori...

«Usando un paragone calcistico mi sento un po’ come Torricelli, quando giocatore di serie D venne ingaggiato dalla società bianconera con la quale vinse la Champions League. Speriamo di fare gol»

Luca Carboni, verrà alla presentazione del libro?

«L’ho invitato, a lui devo tanto. Mi ha aiutato molto quando uscì nel 2010 il mio primo libro. Decise di disegnare anche la copertina del mio secondo. Non lo dimenticherò mai».

I famosi tortellini di Zucchini ci saranno giovedì?

«Non fatemi anticipare nulla, ma di certo non abbiamo paura di niente. Nemmeno del caldo. E poi, come il mio Emilio dice nel libro, ci sono cose nella vita che si possono avere e altre no. Il tortellino al sugo non esiste. Il tortellino muore nel brodo».

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