Fiumi Bologna, la tintarella a due passi da casa

Dal Reno al Savena, ecco le rive amate e frequentate da bolognesi vecchi e nuovi

Marcello Perillo a Pianoro, con i piedi al fresco

Marcello Perillo a Pianoro, con i piedi al fresco

Bologna, 19 agosto 2019 - Quando le ferie non esistevano (o erano un lusso per pochi) e gli esodi estivi un nome nemmeno l’avevano. I costumi da bagno si sono rimpiccioliti ma non di certo la voglia di passare qualche ora al fresco negli agosti assolati. La Riviera? Diverse decine di chilometri più in là, tenuta lontana da un nastro d’asfalto rovente e da colonne fatte di stress e lamiere. E allora l’alternativa c’è, anzi c’è sempre stata, dove natura, fresche acque e abbronzatura viaggiano insieme: il fiume. Bastano pochi chilometri – in auto o in moto –, per raggiungere le sponde dei corsi d’acqua più frequentati della provincia. Una manciata di minuti, per trovare i prati attrezzati del Lido di Casalecchio, o se l’indole è un po’ più ‘avventurosa’, per accomodarsi accanto al greto del fiume Savena alle famose ‘Buche’. Cornici diverse, ma infondo l’obiettivo è sempre lo stesso: trovare un po’ di pace e tranquillità, nonostante fare il bagno sia severamente vietato.

Tanti i gruppi di amici, storici frequentatori all’ombra delle fronde al Lido di Casalecchio: Bruno Marcheselli, per esempio non si è perso un weekend o un giorno di festa: tutti – o quasi – rigorosamente passati sulle rive del Reno. «Vengo qui da quando sono bambino – racconta –, incominciavamo a fare il bagno nel mese di maggio, e i caldi erano già da record – esclama, in barba ai cambiamenti climatici –. Una volta qui passava tutta Bologna, questo era il nostro mare, perché i soldi erano pochi e in tanti non avevano la macchina».

Se per qualcuno il Lido è diventato un ritrovo, un’occasione per fare quattro chiacchiere, per altri rappresenta una fuga sicura dallo stress: «Sfrutto le pause pranzo, o le ore libere per curare un po’ la tintarella – ammette Laura Pontini –, sono circa 17 anni che frequento il Lido, credo che sia un’alternativa decisamente valida al mare, in modo particolare per evitare le file e il traffico in autostrada».

E’ nel weekend infatti che i fiumi si animano, fra studenti fuori sede in cerca di refrigerio, anziani con i nipotini, ma anche lavoratori trasferiti in città da poco. E’ il caso di Debora Murgo, che con una discreta dose di creatività cerca di immaginarsi le spiagge della sua Sicilia: «Spesso passiamo qualche pomeriggio al Lido con gli amici, ma vengo qui anche da sola: tra un bel libro e un bagno di sole le giornate volano». Non un piede in acqua però – anche perché è veramente bassa –, al Lido il divieto di balneazione almeno per oggi sembra essere rispettato: a poche settimane dalla morte di un 33enne alla Chiusa, pochi metri più in là nessuno si azzarda a fare un tuffo.

Se lettini e ombrelloni in stile piazza attrezzata per qualcuno hanno fatto il loro tempo, allora basterà mettersi in viaggio verso Pianoro, ed ecco che il divieto sembra non avere autorità. Con alle spalle via Toscana, si imbocca la Fondovalle, superando Pian di Macina e – appunto – Pianoro Vecchio per fare un vero e proprio viaggio nella natura. Da lì in avanti ogni parcheggio è buono, occhio alle piccole piazzole di sosta sulla destra: sono cinque le principali, che, grazie a una piccola stradina, guidano fino alle anse più caratteristiche del Savena. Le ‘Buche’, «piccoli paradisi terrestri – le descrive Emanuele Galletta, studente universitario in pausa estiva –. Vengo qui regolarmente da tre anni, mi piace esplorare il territorio, e ho scoperto che risalendo il corso del fiume, da una caletta all’altra si arriva fino a Loiano».

Se il formale divieto di balneazione per le acque interne rimane sicuramente per qualcuno è difficile resistere al fascino dell’acqua fresca e dei costoni di roccia. «Il fiume non è solo un’alternativa al mare – puntualizza Marcello Perillo –, ha proprio un suo fascino speciale, inoltre essendo molto meno frequentato si può contare su una grande tranquillità».

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