Bologna, Emporio Armani Caffè e Ristorante in Galleria Cavour, lo chef è Ivan Poletti

Il cuoco è in arrivo dalla Cantina Bentivoglio

Ivan Poletti

Ivan Poletti

Bologna, 21 aprile 2017 - Qualche mese fa ha preso la sua decisione, quella di lasciare la Cantina Bentivoglio, dove era stato chef e socio per tanti anni, e a breve sarà lo chef dell’Emporio Armani Caffè e Ristorante, che sta per aprire in Galleria Cavour, dove da un po’ di tempo fervono i lavori sulla parte che si affaccia su via Massei: bar e ristorante saranno uno di fronte all’altro, in quegli spazi che a lungo sono stati «temporary».

Ivan Poletti, che aveva deciso di chiudere l’avventura culinaria in via Mascarella per mettersi in gioco con altri format, magari anche personali, probabilmente non aveva messo in conto una chiamata dal marchio di lusso, che in galleria avrebbe già dovuto inaugurare (secondo quanto annunciato lo scorso novembre) a febbraio. Si diceva amante di qualche nuova esperienza lontano dal centro, magari in campagna, e nel frattempo aveva deciso di investire le sue energie facendo uno stage – Poletti è davvero un originale chef che ama approfondire tutti i saperi del cibo – da Gino Fabbri a Cadriano. Andando la mattina a imparare a fare dolci e dolcetti, la lievitazione, l’amalgama degli ingredienti, perché questo campo offre un approccio molto completo e scientifico alla materia prima. In Galleria Cavour sarà chef e responsabile di cucina, ma che ricettario verrà proposto?

Si parla di una linea con al centro le eccellenze agroalimentari del territorio, e un occhio attento a stagionalità, filiera corta, biodiversità e sostenibilità.

La gestione sarebbe stata affidata a un imprenditore locale, con concessione del marchio, ma forse la filosofia potrebbe essere quella di Giorgio Armani che, come ha dichiarato in un’intervista a La Cucina Italiana è per scelta culinaria fatta “di precisione degli equilibri, armonia degli accostamenti e, di fronte a un’offerta sempre più ampia, un’attentissima selezione delle materie prime e degli ingredienti”. La contemporaneità, ammette Re Giorgio, “per me parte dal classico, non lo stravolge, pur puntando su sperimentazione e innovazione”. Il lusso di intenti prima di tutto.

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