Bologna, i Kennedy 'privati' tra lacrime e sorrisi

Un successo il primo giorno di mostra a Palazzo Belloni

Visitatori osservano le foto

Visitatori osservano le foto

Bologna, 3 marzo 2019 - Sguardi attenti e curiosi in cui spesso si intravedono occhi umidi e commossi. La prima giornata della mostraThe Kennedy Years a Palazzo Belloni, visitabile fino al 5 maggio, ha riscosso tanti consensi nel pubblico. Le sale e i corridoi della mostra, che raccolgono gli oltre trecentocinquanta scatti esposti (e in vendita), si sono riempiti, ieri, di appassionati della storia americana, di curiosi e di avventori. Partendo dalla prima ala dell’esposizione, dove sono narrate le vicende di Joseph Kennedy, padre del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, e della famiglia di Jackie, si arriva poi, attraverso stretti corridoi costellati di foto e ampi saloni, alle testimonianze clou della vita della tanto amata coppia presidenziale americana.

Attraverso preziosi fotogrammi in bianco e nero e non solo, si possono ammirare i sorrisi spensierati di JFK e Jackie, ancora giovanissimi, agli albori della loro intramontabile storia d’amore e ignari del crudele destino.

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Gli scatti, quasi tutti provenienti dalla collezione del Boston Museum, sono accompagnati da brevi, ma significative didascalie che aiutano a contestualizzare la foto in un preciso periodo della vita di John Kennedy, spesso aggiungendo anche citazioni, a volte inedite o poco note. Frank Sinatra diceva “Kennedy non è indiscutibilmente un sex symbol?”, e questo traspare in ogni foto, in ogni circostanza: lo charme, la classe, l’educazione e la cultura che contraddistinguevano il presidente e tutta la sua famiglia, in primis la First Lady Jacqueline, lo rendevano il mito americano sotto ogni aspetto. Gli spettatori, infatti, si dicono felici di aver scoperto, attraverso l’esibizione di Palazzo Belloni, aspetti meno noti della famiglia presidenziale americana.

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La riproduzione dell’abito da sposa di Jackie e l’originale, celeberrima sedia a dondolo di ‘Mr. President’, come lo chiamò Marylin Monroe, colpiscono i visitatori che si sentono ancora più coinvolti nella mostra e nelle vite dei due. L’ultima sala è infine dedicata alla riproduzione del funerale di JFK, scomparso come è noto il 22 novembre 1963 a Dallas, e poi sepolto ad Arlington.

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