Bologna, la festa per i primi 40 anni del Disco d’Oro

L’appuntamento il 16 novembre in via Galliera. Lo storico commesso: “Vinile senza tempo, è la salvezza del negozio”

Achille Franceschi del Disco d’Oro

Achille Franceschi del Disco d’Oro

Bologna, 15 novembre 2016 - Nell’immaginario collettivo la bottega storica è depositaria di commercio e tradizione, ma proprio di questa categoria fa ormai parte il Disco d’Oro, negozio di dischi e dell’avanguardia bolognese anni Settanta e Ottanta, che alla soglia dei 40 anni, che festeggerà domani dalle 17 proprio in via Galliera 23, entra a far parte di rigore nella lista di negozi mitici che sono ancora «alive and kicking». Achille Franceschi, storico commesso del negozio dal 1981 e poi comproprietario assieme a Federico Venturoli dal 1999, ha dato inizio alle celebrazioni già da sabato scorso con un’altra quarantenne musicale, ovvero Radio Città Fujiko, e proseguirà domani coi dj set di Dino Angioletti, Flavio Vecchi, Franco Fusari, Gino Grasso e Luca Trevisi e sabato coi live dalle 19 di Vince Pàstano, Tonino Farina, Diego Quarantotto e Max Messina.

Achille, lei quando è entrato per la prima volta al Disco d’Oro?

"Nel 1977, come cliente, perché al Disco d’Oro si trovavano le versioni originali dei dischi di Pink Floyd, Genesis o King Crimson che, ad esempio, in un negozio celebre come Nannucci avevano solo nell’edizione italiana".

Poi il salto: è diventato il commesso...

"Studiavo poco al Pier Crescenzi, lavoravo per un’azienda e la mattina, tra una consegna e l’altra passavo sempre dal negozio, che allora era in via Marconi, a dare una sbirciatina. Poi un giorno mi son fatto avanti e ho chiesto se avevano bisogno di un commesso. Dal novembre del 1981 lavoro qui".

Con che scena è arrivato?

"Con la scena punk, che anche dal punto di vista fashion e di marketing, è arrivata leggermente in ritardo da noi e se prima, in via Marconi, erano soprattutto bolognesi a ritrovarsi, in via Galliera lo scenario è diventato nazionale e nel weekend si incontravano a centinaia, tra punk, rockers, metallari".

Che musica vendeva il Disco d’Oro?

"Tutta la rock internazionale, e di italiano solo la scena bolognese, ma il nostro punto di forza erano appunto i dischi originali. A quei tempi andavo a Londra quattro o cinque volte all’anno a fare acquisti da Rough Trade o da Record Tape Exchange, catena dell’usato, dove trovavi delle vere chicche".

Quali sono stati i dischi cult per vendite in negozio?

"Half Mute dei Tuxedo Moon che ebbi la fortuna di vedere in concerto all’Antoniano nel 1980, perché segnarono il passo verso una scena musicale nuova. Poi Closer dei Joy Division, l’Ep di un gruppo come i Circus Mort che vendettero 100 copie in un weekend e più recentemente l’ultimo dei Radiohead, di Bowie e proprio in questi giorni di Leonard Cohen".

Che cosa racconta dal pianeta vinile che segna l’epoca d’oro del negozio?

"Che è la nostra salvezza. Dischi e cd vendono in modo uguale, 50 e 50 e molti ragazzi che si avvicinano alla musica oggi iniziano la loro collezione partendo proprio dal vinile".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro