
Bologna, 20 settembre 2023 – Dopo la consueta pausa estiva, l’attività delle gallerie d’arte bolognesi è pronta per ricominciare. Si preannuncia un weekend molto interessante per gli appassionati del settore, visto che la maggior parte dei vernissage si concentra nella giornata di sabato.
L’unica eccezione è rappresentata dalla Gallleriapiù (via del Porto 48a) che oggi, dalle 18 alle 21, riaprirà le porte del suo spazio con una mostra dedicata a Felicity Hammond intitolata Deposits. L’artista londinese sarà anche protagonista di un talk che si terrà venerdì alle 12 allo Spazio Bianco DumBo, in concomitanza con i PhMuseum Days. Attualmente le vetrine della galleria sono nascoste da un’impalcatura per il rifacimento della facciata del palazzo; tuttavia, il cantiere costituisce un perfetto ostacolo introduttivo ai contenuti della mostra. Infatti, l’obiettivo dei collages digitali di Hammond è compiere un’indagine a proposito dell’impatto dei processi di industrializzazione sul nostro paesaggio che intensifica il conflitto tra industria e ambiente.
Si cambia totalmente genere con Il tutto per non traballare troppo, la personale di Alessandro Roma che s’inaugura sabato dalle 15 alle 20,30 alla galleria Car Drde (via Azzo Gardino 14a). L’artista di origini milanesi, ma di casa a Faenza da anni, presenta al pubblico due grandi tele dipinte su tessuto, oltre ad alcune opere in ceramica e un wall painting site-specific. Roma sceglie un linguaggio multidisciplinare per riflettere a proposito del rapporto uomonatura, da concepire – come si legge nel testo critico – "sia come personale approccio immaginifico a una sfera da lui percepita nel segno dell’alterità, sia come tentativo di confrontarsi con meccanismi di strutturazione degli elementi naturali".
Invece, alla vicina galleria P420 (via Azzo Gardino 9), ’va in scena’ per la prima volta Monika Stricker, artista tedesca sulla quarantina che vive e lavora a Bruxelles. Anche in questo caso, il vernissage di Beastly Arboretum sarà sabato dalle 15 alle 20. In esposizione, una serie di quadri in dialogo con sculture in ceramica smaltata. Tra i soggetti più frequenti vi sono cani, piedi e figure indefinite originate dal rapporto con le ansie dell’artista stessa. In proposito, Marta Papini scrive nel testo critico: "Le opere di Stricker ci mettono di fronte a una sfrontata vulnerabilità. Al loro cospetto siamo fuori dalla comfort zone, siamo voyeur imbarazzati, testimoni di relazioni intime, di sottomissione e interdipendenza".
Anche la galleria L’Ariete (via Marsili 7) punta sulla pittura e dedica la mostra che aprirà sempre sabato alle 17 ad uno dei pittori cinesi più apprezzati in Italia: Jingge Dong. Nato nell’89 a Pechino, Dong vive e lavora a Venezia. Pertanto, il progetto – scaturito dalla collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università di Bologna – si pone come dialogo interculturale tra Italia e Cina. Il curatore Alberto Zanchetta definisce la pittura di Dong come "un mondo che fluttua tra due emisferi, un anello (e anelito) di congiunzione tra oriente e occidente". Il giorno del finissage (18 novembre) è in programma anche un incontro con la direttrice dell’Istituto Confucio Marina Timoteo, Zanchetta e l’artista, oltre alla presentazione del catalogo.
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