BENEDETTA CUCCI
Cosa Fare

‘Terre d’Acqua’, le nostre vite tra cento anni

Sabato all’Arena del Sole Stefano Accorsi, Anna Ferzetti e l’oceanografo Giulio Boccaletti mettono in scena un futuro di nuove soluzioni

‘Terre d’Acqua’, le nostre vite tra cento anni

Bologna, 22 maggio 2025 – Il tema dell’eco-ansia, che sicuramente dipende da una situazione oggettiva e percepibile, è stato dimostrato che ha vita da un’informazione non consona e soprattutto da un’informazione catastrofista, amplificata da una quantità enorme di informazioni e titoli ad effetto per attirare l’attenzione, cosa che però porta la gente a un senso di impotenza. Ecco, noi abbiamo pensato che il teatro, così come il cinema o la narrativa, possano avere un effetto più positivo, propositivo e duraturo". Queste le parole di Stefano Accorsi nel presentare ’Terre d’acqua’, spettacolo del ciclo ’Conferenze immaginarie’ ideato dalla piattaforma Planetaria (tratta di ambiente e sostenibilità) e promosso da Fondazione del Monte e Ater, che sabato andrà in scena all’Arena del Sole alle 19 (ad ingresso gratuito previa prenotazione su Vivaticket o alla biglietteria del teatro).

Sul palco un inedito confronto tra gli attori Stefano Accorsi e Anna Ferzetti e l’oceanografo italo britannico nato a Modena, Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Insieme esploreranno le possibili trasformazioni dell’Emilia-Romagna nei prossimi cento anni, oscillando tra la minaccia di esondazioni sempre più frequenti e le potenziali risposte offerte dalla tecnologia, partendo proprio da quanto accaduto in Emilia Romagna negli ultimi due anni, come memoria e ideazione di nuove soluzioni. Cosa succederà alla nostra regione minacciata dall’innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico?

Gli attori Stefano Accorsi e Anna Ferzetti con l’oceanografo Giulio Boccaletti in scena all’Arena del Sole
Gli attori Stefano Accorsi e Anna Ferzetti con l’oceanografo Giulio Boccaletti in scena all’Arena del Sole

Lo spettacolo, carburato da un classico "what if", una domanda ipotetica per esplorare diverse possibilità e scenari, immagina un futuro lungo 125 anni, nel quale potrà esserci la reazione di una comunità coraggiosa e unita nel trovare soluzioni innovative e finalmente risolutrici. La salvezza sta nel creare un ecosistema in cui la natura stessa, assecondata da una tecnologia intelligente e non prevaricatrice, trova il suo equilibrio. Sul palco Accorsi, Ferzetti e Boccaletti, parleranno anche attraverso sei personaggi immaginari della società civile, quali ad esempio un contadino che vede i suoi campi di ciliegie inaridire, la direttrice di una biennale d’arte che premia il ’quadro naturale’ nel quale si è trasformata una famosa diga, o anche l’eco-guida che conduce una comitiva di turisti lungo le spiagge reinventate dell’Adriatico.

"Riflettendo sul tipo di informazione sul cambiamento climatico che non aiuta la causa – ha spiegato Accorsi – con Filippo Gentili, il nostro drammaturgo, ci siamo messi a lavorare per dar vita a questo progetto, in cui vediamo il teatro come luogo dell’empatia dove si possono imparare tante cose soprattutto attraverso un sentimento o un’emozione, perché il ’come’ comunicare certi messaggi alle persone, fa parte del cambiamento stesso".

Gli fa eco Boccaletti: "Questo spettacolo è la sintesi di quello che dobbiamo fare nei prossimi anni e quello che è successo a Bologna il 19 ottobre scorso con l’alluvione è sintomatico di quello che ci aspetta. La statistica del clima sta cambiando e quindi anche la difesa dagli eventi straordinari cui stiamo assistendo ogni uno o due anni deve cambiare, immaginando nuove soluzioni, ma mettendoci insieme anche noi cittadini per capire che futuro vogliamo. Il problema non è scientifico ma civico".