2 agosto 1980, nel processo sui mandanti entrano le stragi d’Italia

Due agosto, acquisite 69 sentenze oltre agli atti della commissione Moro. Sulla perizia del video che ritrarrebbe Bellini, in aula i consulenti della difesa

Massimo Carminati sarà sentito presto in aula per la strage sul 2 agosto

Massimo Carminati sarà sentito presto in aula per la strage sul 2 agosto

Bologna, 27 aprile 2021 - Dalla strage di piazza della Loggia a quella di piazza Fontana, dall’orrore alla questura di Milano (1973) all’omicidio del giudice Amato. Sentenze, assieme alle carte della commissione Moro, che finiranno nel processo sui mandanti della carneficina alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Sessantanove atti "irrevocabili" che la Procura generale ha chiesto e ottenuto (alcuni verranno valutati volta per volta) di farli entrare nel dibattimento a carico di Paolo Bellini, l’ex aviere reggiano accusato di concorso con i Nar, l’ex capitano Piergiorgio Segatel (depistaggi) e Domenico Catracchia, l’amministratore di condominio di via Gradoli covo di Br e Nar. "Ci sono collegamenti con Bologna – spiega il sostituto procuratore generale Umberto Palma, replicando alla difesa Bellini che si era opposta all’acquisizione e con la quale ha avuto più di un battibecco durante l’escussione –, ci sono personaggi di questi stragi che entrano a piedi pari con quella alla stazione. Perché allora non guardarci?". E cita Carlo Digilio e Carlo Maria Maggi, due dei responsabili di piazza della Loggia, "che fornirono poi l’alibi falso a Mambro e Fioravanti, condannati a Bologna". L’istruttoria dibattimentale, aggiunge, "non può non tener conto di ciò per ricostruire il contesto in cui matura l’orrore del 1980".

Poi le carte sul crack Ambrosiano da dove, per l’accusa, Licio Gelli e la P2 avrebbero distratto il denaro (1 milione di dollari) necessario per togliere la vita a 85 innocenti e ferirne oltre 200. Perché la storia di tre anni di inchiesta dei magistrati di Palazzo Baciocchi, che avocarono l’indagine della Procura ordinaria, porta a P2 e ai "capi dell’intelligence vicini a Gelli", alla strategia della tensione, a Terza Posizione, a Stefano delle Chiaie e alla ’sua’ Avanguardia Nazionale. Fino a Bellini. La cui immagine sarebbe impressa nel frame del video girato da Harald Polzer subito dopo lo scoppio. L’Assise ha respinto la richiesta dei di fensori di Bellini di fare una perizia immediata su quel video, riservandosi di disporla dopo l’audizione dei consulenti di parte.

I giudici, infine, si sono espressi sulle liste testimoniali: ammessi tutti quelli dell’accusa (184), ridotti invece i 214 delle parti civili. Restano i volti tristemente più noti: Massimo Carminati, condannato nell’appello bis di Mafia Capitale, l’ex Br Adriana Faranda a Maurizio Abbatino, uno dei boss della Banda della Magliana, fino a Gilberto Cavallini, condannato in primo grado per i fatti di Bologna. Ammessi, infine, i verbali dei testimoni deceduti. Domani si inizia a fare sul serio: in aula il giornalista Gianni Barbacetto e i magistrati Giovanni Tamburino e Domenico Labozzetta.

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