Bologna, 25 novembre 2009 - Tra Bologna e provincia ci sono 25 siti contaminati da amianto in attesa di essere bonificati. E questi 25 (tra cui i Prati di Caprara, la Sabiem e la cartiera Lama di Reno) non sono che “una briciola, rispetto alle enormita’ dei siti che sono ancora da bonificare”. Parola di Vito Totire, presidente dell’Aea (Associazione esposti amianto), che diffonde i dati del “censimento” e della “rassegna” effettuata dall’associazione sulla base delle segnalazioni ricevute dai cittadini (che “continuano ad arrivare, anche da Piacenza e Modena”).

 Ad aprire la lista di siti in attesa di bonifica sono proprio i Prati di Caprara dove, dice Totire, “abbiamo tenuto una manifestazione nell’agosto 2007 e l’amianto e’ ancora li’”. Il presidente di Aea, a questo proposito, se la prende con il Comune di Bologna (dove “un funzionario ha dichiarato che si e’ in attesa di un parere dell’Ausl per sapere se e’ pericoloso” si legge nella nota). Ma l’invettiva di Totire e’ piu’ generale e riguarda anche gli altri enti locali, Regione e Provincia, colpevoli di stare immobili di fronte al problema e di non aver convocato nessuna udienza conoscitiva sul tema.
 

Per quanto riguarda il territorio di Bologna, dopo i Prati di Caprara l’Aea ricorda la caserma Prudentino (zona via delle Grazie); il capannone industriale di via Zanardi 106; la Sabiem; una tettoia-parcheggio in via Emilia Ponente; immobili comunali “con pericolo di crollo” in via Fiorini; il Mercatone uno di via Stalingrado; una tettoia degradata al S.Orsola e cita segnalazioni di cittadini relative a via Pizzardi, via Cimabue, via Pellico e via Modigliani.

In provincia, invece, l’Aea segnala la cartiera Lama di Reno a Marzabotto ma anche la Stellauto in via Emilia 293 a San Lazzaro, dove “la situazione e’ paradossale, con pezzettini di cemento-amianto appoggiati ad altre tettoie in stato avanzato di vetusta’ e degrado” in una zona con “migliaia di persone ogni giorno transitano e vedono, nessuno interviene”.
 

Ci sono poi la Societa’ italiana sementi; la Comet di San Lazzaro; la Morini group Honda; un capannone industriale ad Osteriola di Ozzano e uno a Zena, vicino a Loiano. Ancora, una tettoia della fermata dell’autobus, a Molino della Fiumana a Monghidoro, in stato di “abbandono” gia’ piu’ volte segnalata al sindaco, dice Totire. Infine, tra i siti da bonificare compaiono l’Istituto Don Bosco a Castel de Britti (dove c’e’ una copertura in cortile), la tettoia di un’officina dismessa a Casoni di Malalbergo e un capannone agricolo sfondato a Monzuno, sulla strada che arriva da Loiano.
 

Per i luoghi da bonificare in provincia di Bologna, Totire se la prende con Palazzo Malvezzi: “Il 5 agosto abbiamo fatto un sit-in per segnalare una discarica abusiva indisturbata da mesi in territorio di Monzuno” e non se ne e’ mai piu’ parlato, nonostante fossero arrivate promesse in questo senso. L’Aea non si ferma: prosegue con la sua “campagna di denuncia” e invita i cittadini, “che stanno rispondendo ai nostri appelli”, a inviare ancora segnalazioni.
Infine, per dare un’idea dell’entita’ del problema, Totire ricorda che “a Cesena, con un censimento effettuato con un criterio che potrebbe essere adottato anche a Bologna, sono stati censiti 5.000 immobili”.