Bologna, 8 ottobre 2010 - Una condanna durissima, a sei anni e sei mesi di carcere già comprensivi dello ‘sconto’ di pena previsto dal rito abbreviato: è questa la sentenza con cui il gup Bruno Perla di Bologna ha condannato M.K., il marocchino di 20 anni che nella notte tra il 5 e il 6 marzo scorso tentò di violentare una studentessa 21enne nell’androne di un palazzo in pieno centro a Bologna. Era accusato di violenza sessuale, lesioni e tentata rapina. La sentenza del gup è stata severa, ma il pm Luca Tampieri aveva chiesto una pena ancora più alta: nove anni.


La scena del tentato stupro, quel 6 marzo, fu filmata dalle telecamere di sorveglianza del palazzo, ma a salvare la 21enne dalla violenza fu un cittadino che abitava nello stesso palazzo della ragazza, Mariano Morello. Quest’ultimo si imbattè nella scena dello stupro per caso, mentre scendeva le scale, e subito si avventò sul bruto riuscendo ad allontanarlo dalla ragazza: per questo salvataggio ha ricevuto un riconoscimento all’ultima festa della Polizia. Dopo la colluttazione con Morello, il marocchino riuscì a fuggire, ma fece poca strada.

Fu arrestato dalla Polizia 20 minuti dopo in via Stalingrado, grazie alla descrizione dettagliata del suo abbigliamento e alle immagini della telecamera. Al momento dell’arresto Khoulaki era senza documenti e aveva con sé della cocaina: su di lui pendeva da febbraio un ordine di espulsione firmato dal Questore di Bologna.
Aveva il volto graffiato, segno della resistenza opposta dalla 21enne al tentativo di stupro. Prima dell’aggressione, il marocchino l’aveva seguita per strada, rivolgendole apprezzamenti, poi è riuscito a introdursi con lei nell’androne. A dare l’allarme al 113 fu la custode del palazzo: fu la prima a sentire le urla.