Bologna, 4 novembre 2010 - Non sarebbero solo tre o quattro casi isolati quelli che riguardano amministratori di condominio truffatori a Bologna. Secondo Federconsumatori, “il cesto e’ pieno di mele marce e comincia a puzzare”. Oltre ai casi venuti gia’ alla ribalta e che riguardano Sergio De Candia (il primo a essere scoperto, tre anni fa), Maurizio Tozzi, Massimo Mucedero e Rodolfo Natalini (l’ultimo in ordine di tempo), ci sono altri due amministratori di condominio infedeli colpiti da querele ed esposti: A. G., per il quale e’ arrivato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari e a breve andra’ a processo e un secondo, che gestisce due maxi-condomini a San Lazzaro e contro cui e’ stato depositato un esposto in Procura per cattiva gestione.

Ci sarebbero inoltre altri due casi, su cui gli avvocati di Federconsumatori stanno svolgendo verifiche. Uno riguarda un piccolo condominio in zona Corticella (sei appartamenti), in cui l’amministratore non avrebbe pagato alcuni lavori straordinari. Il secondo tocca 30-40 persone di uno stabile in zona Murri, il cui amministratore e’ sospettato di aver falsificato i documenti contabili. Nel frattempo proseguono le cause contro i primi truffatori: per De Candia e’ in corso il processo penale (per appropriazione indebita con l’aggravante della prestazione d’opera), mentre Tozzi e Mucedero hanno subito il sequestro conservativo dei beni e sono in corso i procedimenti civili.

 Il punto della situazione e’ stato fatto questa mattina in conferenza stampa dal presidente di Federconsumatori Bologna, Maurizio Gentilini, e dal coordinatore del gruppo di legali dell’associazione che seguono i casi degli amministratori infedeli, Giampiero Falzone, insieme agli avvocati Giuseppe Genna (civilista) e Antonio Murru (penalista).

“Non sono casi isolati- dice chiaro e tondo Falzone- a Bologna ormai esiste un caso amministratori infedeli. E’ una condotta diffusa: in questi tre anni abbiamo gestito casi che riguardano 30 condomini, circa mille famiglie, con un buco di oltre 1,3 milioni di euro”, per lo piu’ dovuto al mancato pagamento di bollette. Per questo Federconsumatori chiama in causa anche Hera. “Non ha alcuna responsabilita’ giuridica- premette Falzone- ma sicuramente ha una forte responsabilita’ morale, perche’ non e’ possibile che di fronte a un’esposizione di centinaia di migliaia di euro, che si accumula in tre anni, non contatti subito le famiglie. La norma non lo prevede, ma il buonsenso lo vorrebbe. A un privato- insiste l’avvocato- se non paga due bollette di seguito, l’acqua o il gas vengono staccati subito”.


Inoltre, continua Federconsumatori, Hera ha “l’aggravante di non aver firmato il protocollo d’intesa che la nostra associazione aveva proposto gia’ tre anni fa, per evitare il ripetersi di questi casi”. Nel frattempo i condomini truffati hanno dovuto saldare il debito (la bolletta in sostanza viene pagata due volte). E anche su questo punto Federconsumatori affonda il colpo nei confronti di Hera. “Viene chiesto alle famiglie di pagare in poco tempo, al massimo otto rate, altrimenti vengono aggiunti gli interessi di mora- denuncia ancora Falzone- questo e’ inaccettabile”. Dal canto loro, gli amministratori infedeli “hanno preso tempo, promettendo che avrebbero restituito il denaro- spiegano Murru e Genna- ma in realta’ non hanno mai fatto nessuna offerta di risarcimento. Tra l’altro non sappiamo neanche con quali soldi, visto che spesso li spostano da un condominio all’altro”. Mucedero ha addirittura impugnato la sentenza di sequestro, respinto pero’ dal Tribunale.