Bologna, 9 gennaio 2011 - «NON C’È DUBBIO: a spegnere le luci si risparmia. Però...». Liviano Malaguti, area manager della Beghelli, gruppo leader nel settore dell’illuminazione, comprende le necessità di tagliare i costi da parte del Comune, che la notte ha deciso di spegnere i lampioni nei parchi; e, a rotazione, in varie zone della città. Ma, precisa, «spegnere significa privare i cittadini di un servizio».
 

Il Comune deve dare una sforbiciata del 20% alla bolletta dell’illuminazione pubblica.
«Lo capisco bene. Ma sul risparmio energetico ci sono mille ipotesi e mille soluzioni possibili».
 

Per esempio?
«Ci sono Comuni che accendono un lampione sì e uno no. Altri riducono l’intensità luminosa delle luci nelle ore notturne. Credo vada cercato un equilibrio fra risparmio e servizio fornito».
 

Voi lavorate con i Comuni?
«Sì. Avevamo anche sentito Palazzo d’Accursio, ai tempi della giunta Delbono, poi...».
 

Cosa proporreste, in alternativa al black-out in parchi e strade?
«Una soluzione che consentirebbe un forte risparmio energetico».
 

Più del 20% a cui punta il commissario Cancellieri?
«Sì, intorno al 50-55%. A parità di illuminamento».
 

Cosa prevede questa soluzione?
«La sostituzione di un sistema ormai obsoleto con nuovi corpi illuminanti e le nostre armature stradali. Insomma, i pali restano, cambiano le lampade e il ‘cappello’».
 

Che caratteristiche hanno le vostre luci?
«Consentono un forte risparmio energetico, e quindi finanziario. Hanno una doppia lampada: quando una si guasta, si accende l’altra, senza mai lasciare il palo spento. E il sistema consente di graduare la luminosità».
 

Una spesa ingente. E il Comune non ha soldi.
«Il Comune non ha spese immediate».
 

Come vi ripaga?
«Noi montiamo il tutto, e per vent’anni garantiamo la manutenzione. Con parte del risparmio sulla bolletta, il Comune ci ripaga via via dell’investimento».
 

E dopo vent’anni?
«Terminato il periodo di ammortamento, il Comune diventa proprietario degli impianti».