Bologna, 27 gennaio 2011 - Circa 30.000 persone (stime dell'Ansa), tra lavoratori, precari e studenti, sono a Bologna per partecipare alla manifestazione per lo sciopero regionale indetto dalla Fiom contro il modello-Marchionne e gli accordi alla Fiat. Molti autobus sono arrivati da tutte le province dell'Emilia-Romagna. La manifestazione, organizzata dalla Fiom, è iniziata questa mattina alle 9.30. Dopo la sfilata per le vie della citta' i manifestanti si sono concentrati in piazza Maggiore per ascoltare i comizi conclusivi di Maurizio Landini, segratario generale della Fiom, e Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.

 

LANDINI INVOCA LO SCIOPERO GENERALE

Nel suo intervento, di fronte a una piazza gremitissima, il leader della Fiom, Maurizio Landini, invoca ancora una volta lo sciopero generale. La piazza lo acclama e gli fa eco con il coro: "Sciopero, sciopero generale".

''Questo Governo e il presidente del Consiglio, che non trova di meglio che divertirsi piuttosto che affrontare i problemi, dovrebbero vergognarsi - tuona Landini - e questa piazza chiede un cambiamento''. E aggiunge: ''Non esiste al mondo un Governo che non ha avuto la forza e la volonta' di chiedere alla Fiat e a Marchionne che scoprissero le proprie carte, che mostrassero il piano industriale e cosa volessero fare''.

Parole dure anche per Marchionne: ''E' bene che a febbraio si svegli meglio e riapra le trattative perché quegli accordi non siamo disponibili ad accettarli e li combatteremo con tutti i mezzi possibili''.

L'ultima stoccata è per la Cisl e la Uil che hanno firmato gli accordi nell'azienda torinese: ''Nell'accettare quell'accordo non solo tengono fuori la Fiom e la Cgil, ma cancellano
l'esistenza del sindacato confederale. Questa cosa e' contro la loro storia e natura. Allora fermatevi''.

 

FISCHI PER IL SEGRETARIO CGIL CAMUSSO

Quando prende la parola, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è costretta ad alzare il tono della voce di fronte all'invocazione della piazza. Camusso parte attaccando Federmeccanica, la Fiat, Confindustria e il Governo. Ma i cori non si fermano e dal centro della piazza arrivano anche diversi fischi all'indirizzo di Camusso. I manifestanti non gradiscono che il segretario Cgil non accenni allo "sciopero generale", come Landini l'aveva invitata a fare. Sia i cori che i fischi proseguono durante tutto il discorso di Camusso.

Ribadire "il nostro no al modello che la Fiat vorrebbe imporre al Paese, che vuole cancellare il contratto nazionale e peggiorare le condizioni di lavoro''. Così Camusso ha espresso il senso dell'iniziativa. "Questo sciopero - ha aggiunto - dice no all'iniziativa di Federmeccanica che chiede di inseguire la Fiat, la Cgil non sara' disponibile e sara' al fianco dei lavoratori".

Insieme agli esponenti della Fiom anche il segretario del Prc Paolo Ferrero, Claudio Fava di Sel e alcuni rappresentanti del Pd, fra cui il segretario regionale Stefano Bonaccini, quello di Bologna Raffaele Donini e il candidato sindaco del centrosinistra Virginio Merola.

 

STUDENTI BLOCCANO I VIALI

Parallelamente al corteo Fiom, si era messo in moto, in mattinata, anche il corteo degli studenti, partito da piazza Verdi alle 9.15. Il corteo aveva raggiunto i viali, bloccandoli a tratti, e poi, attraversando via Irnerio e via Alessandrini, era tornato in piazza Verdi dopo aver appeso davanti alla porta del Provveditorato agli studi lo striscione "Dalle scuole alle fabbriche il collaborazionismo non passera'".

In marcia circa 300-400 persone, tra studenti medi e collettivi universitari. In testa al corteo lo striscione "Studenti in sciopero generale" e uno del Cua di solidarieta' alla Tunisia: "Cartagine e' caduta, Roma e' sulla scia, facciamo in Italia come in Tunisia".

Alcuni giovani del Tpo, centro sociale bolognese, sono riusciti a raggiungere il primo piano di Palazzo d'Accursio, sede del Comune, e dalle finestre che affacciano sulla piazza Maggiore hanno steso un lungo strioscione che riporta la scritta: "Sciopero generale subito". Alle spalle del palco è stato allestito un banchetto il Partito democratico per la raccolta di firme per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.