Bologna, 8 marzo 2011 - Il Pm aveva chiesto 12 anni di pena ma il Tribunale di Bologna lo ha condannato a nove anni di carcere riconoscendogli  le attenuanti generiche. La pena è stata comminata all'ottantenne bolognese, Valentino Masetti, accusato di aver tentato di avvelenare la convivente, anche lei ottantenne, con un potente topicida nel 2006.

Le indagini partirono proprio da una notte del 2006 quando l'anziana si presento al pronto soccorso con sintomi di avvelenamento. I sanitari riconobbero i sintomi provocati dal brodifacoum, un potente anticoagulante, venduto nei consorzi agrari per uccidere i topi. La donna pero’ allora’ nego’ di essere entrata in contatto, anche accidentalmente, con la sostanza. La donna, dopo l’avvelenamento, venne tempestivamente curata con un trattamento a base di vitamina K. Se non curato subito e in maniera continuata, l’avvelenamento avrebbe potuto provocare danni permanenti nell’anziana. Il topicida anticoagulante puo’ infatti provocare la morte per dissanguamento anche con un semplice taglio.

Le indagini si concentrarono allora sul convivente. La coppia di anziani stava insieme da oltre dieci anni, ma da tempo vivevano da separati in casa in un appartamento di edilizia popolare di via Caduti e dispersi in guerra, nella periferia della citta’. Inizialmente Valentino Masetti aveva negato di aver mai utilizzato topicida poi pero’ i titolari di un consorzio agrario della zona avevano confermato che l’uomo era un loro cliente e che aveva acquistato il prodotto. Quando a marzo 2007 gli investigatori ritennero di aver chiarito il caso venne emessa dal Gip per il pensionato una misura cautelare coercitiva di divieto di dimora nella stessa abitazione della sua presunta vittima.

Oggi in udienza la vittima ha tentato di scagionare l'anziano compagno raccontando della sua gelosia nei confronti dell'ottantenne che, malgrado l'età frequentava altre donne. Una sera del 2007 ha raccontato in preda ai fumi dell'alcol aveva assunto una bustina di topicida al posto di un'aspirina. In realta’ il tipo di emorragia accusata dalla donna nel 2006, secondo i medici, sarebbe il prodotto di un’assunzione di topicida protratta nel tempo.

 

LA DIFESA: 'SENTENZA FORTEMENTE INGIUSTA'

"E’ una sentenza fortemente ingiusta, che ci indigna. Ci sono tanti modi per uccidere una persona e io sono preoccupato per la sorte del mio assistito, una persona incensurata che ha 80 anni passati. Speriamo in un processo di appello piu’ equilibrato". Questo il commento a caldo dell’avvocato Antonio Piccolo, difensore di Masetti. "Con questa sentenza hanno sparato sulla Croce Rossa - ha aggiunto il legale - Abbiamo una persona offesa che non ha mai fatto una denuncia e non si sente parte offesa. Anzi parla bene dell’imputato, lo vuole a casa e va anche a reclamare la sua presenza a casa. Non si e’ nemmeno costituita parte civile. Non ci aspettavamo una sentenza di appello cosi’. Gli elementi di prova a carico di Masetti non sono emersi in alcun modo. Anzi e’ emersa la prova dell’innocenza, non della colpevolezza. Avevamo indicato anche una soluzione indolore con l’assoluzione con il 530 secondo comma (la vecchia insufficienza di prove, ndr) che in Italia e’ purtroppo disapplicato. Addirittura qui il giudice ha disposto di mandare gli atti alla Procura per procedere contro la convivente per falsa testimonianza. Questo secondo me lo hanno fatto per giustificare la sentenza".