Bologna, 20 aprile 2011 - A NESSUNO piace più, adesso. Poco importa che due giunte, e i relativi assessori, abbiamo approvato e portato avanti il progetto per anni. Ora il Civis non lo vuole più nessuno. Anzi, c’è la gara a rottamarlo. A dare la sveglia a tutti pare essere stata la puntata di Report su Bologna, intitolata la ‘Città dei rancori’, in cui il tram su gomma a guida ottica viene letteralmente demolito.

La parola d’ordine sulla bocca di tutti è: «Trovare una via d’uscita onorevole». L’ha detto il presidente di Atc, Francesco Sutti, di fronte alle telecamere di Raitre. E l’ha detto ieri mattina Virginio Merola, il candidato sindaco del Pd, ai microfoni di Radio Città del Capo: «Non si tratta di accettare il fallimento, si tratta di rimediare il più possibile ad una scelta che si è rivelata sbagliata». Scelta fatta dall’allora sindaco Giorgio Guazzaloca, ma confermata in seguito dal successore Sergio Cofferati, che in squadra aveva proprio Merola, assessore all’Urbanistica (anche se chi seguiva direttamente il Civis era il collega della Mobilità e Lavori pubblici, Maurizio Zamboni).

«BISOGNA ragionare intanto se noi proprio dobbiamo prenderci questi mezzi — ha aggiunto il candidato Pd —. Aspettiamo di vedere cosa decide la commissione che deve valutarli, approfittiamo dell’occasione per liberarcene. Sul mercato ci sono filobus molto belli, come abbiamo visto dallo stesso servizio di Report, quindi vediamo se si apre questa possibilità di non farsi regalare per forza questo mezzo e di ricorrere ad altri».
Insomma, se non è una condanna poco ci manca. Sul Civis è aperta da tempo un’inchiesta della Procura, giunta alle fasi decisive. Sono indagati Guazzaloca, per corruzione, tre ex componenti del Cda di Act (la stazione appaltante), e quattro dirigenti di Irisbus, la società del gruppo Fiat produttrice del Civis. La commissione ministeriale sta inoltre effettuando i test per verificare la sicurezza e affidabilità dei mezzi. Sono già emersi problemi relativi all’innovativa guida ottica. Senza contare lo spaventoso ritardo dei lavori, per i quali la cordata di imprese vincitrice dell’appalto, composta da Irisbus e Ccc, ha già accumulato una penale (contestata però dagli interessati) di tre milioni di euro.

«DOPOTUTTO — ha rincarato Merola in radio —, il Civis non è che un filobus, solo che rispetto ai filobus normali funziona molto peggio. Bisogna puntare a finire al più presto i cantieri e valutare definitivamente il percorso. Ci sono tutte queste beghe di indagini e liti legali, speriamo che la situazione si chiarisca in fretta». Quanto all’assenso dato anche dalla giunta Cofferati al Civis, Merola non si scompone: «Avevamo detto che non si tornava indietro su un progetto firmato e appaltato da una giunta precedente (della di Guazzaloca; ndr), abbiamo solo migliorato il percorso. I problemi sul mezzo sono emersi quando materialemente sono arrivati i Civis. Ora c’è una indagine in corso. E’ una novità rilevante, attendiamone l’esito». I 49 mezzi in questione sono tristemente parcheggiati al Caab, in attesa degli eventi. Sei Civis sono stati sequestrati dai magistrati e vengono usati per effettuare i test. Quando Bologna scelse il Civis, a fine 2003, in Francia i Comuni che lo avevano testato lo stavano già abbandonando. E i giornali francesi ironizzavano sulla scelta fatta sotto le Due Torri.

L’AZIENDA produttrice, la Irisbus, è indagata per inadempienza in pubbliche forniture. Ma rischia che gli venga contestato anche il fatto di aver detto, all’epoca, che i mezzi erano funzionanti in Francia mentre in realtà erano in fase di sperimentazione. Guazzaloca si è difeso dicendo che gli era stato prospettato un mezzo innovativo, funzionante, che gli consentiva di non perdere i finanziamenti ministeriali dopo la bocciatura del tram su rotaia. Ora, a distanza di 7 anni, il Civis sembra tutto fuorché il tram del futuro.