Bologna 18 giugno 2011 - CI SONO circa dodicimila pratiche pensionistiche d’invalidità civile, disabilità o per domanda di accompagnamento che provengono da Bologna e provincia, ferme negli uffici Postel, società del gruppo Poste Italiane. «Ho aspettato da dicembre scorso fino a maggio che mi arrivasse la notifica dell’Inps — racconta una signora di Casalecchio di Reno, grazie alla quale è arrivata la segnalazione del problema —. Dopo tanto tempo, accompagnata da mio marito, mi sono recata negli uffici Inps di via Gramsci e lì mi hanno detto che la mia pratica non si ritrovava e poteva essere andata persa». In realtà, così come per tanti altri cittadini in attesa, la pratica della signora, non vedente e su una carrozzina, non era stata smarrita, come le avevano assicurato anche all’Ausl di Casalecchio dove la donna aveva fatto le visite mediche e i documenti risultavano inviati all’Inps, ma è bloccata a Postel.

IL PROBLEMA nasce a partire dal 1 gennaio 2010, cioè da quando, per velocizzare le pratiche burocratiche per il riconoscimento di handicap e stanare i falsi invalidi, i certificati devono essere inoltrati tramite internet all’Inps e non più all’Ausl. La procedura per ottenere un assegno di invalidità prevede che prima si faccia domanda all’Ausl. A quel punto una commissione sanitaria dell’Ausl, con un medico dell’Inps, visita il paziente e scrive un referto con l’esito della visita. Una valutazione che viene poi inviata a Roma tramite Postel, che ha il compito di scannerizzare i documenti e inviarli poi ai cittadini. Negli uffici di Postel però la macchina burocratica s’inceppa, per una incompatibilità telematica tra il software dell’Inps e quello dell’Ausl. Le due aziende usano programmi diversi, così l’Inps non riceve correttamente le informazioni che arrivano dalle Ausl e a Postel non riescono a decifrare i verbali inviati e restituirli ai titolari. Un disservizio telematico che già a gennaio si era verificato in Liguria, bloccando trentaduemila domande di invalidità civile, di cui venticiquemila solo di Genova.

«UNA DIFFICOLTÀ telematica di Postel, che sta cercando di smaltire i ritardi nelle spedizioni — afferma Francesco Severino, direttore della sede provinciale Inps di Bologna — Ma anche noi, conoscendo il problema delle dodicimila persone coinvolte, stiamo inviando i verbali a casa degli interessati. Quando arriverà anche quello tramite Postel, chi ha fatto domanda forse se ne ritroverà due». Per ora Postel non risponde e si attiva per capire quali possano essere realmente le sue colpe in questa vicenda di mala burocrazia. Se si dovesse confermare l’incompatibilità informatica tra Inps e Ausl, Postel risulterebbe essere solo un responsabile indiretto.

RESTA il fatto che per ora l’invio dei referti continua ad andare molto lentamente. Così la signora di Casalecchio, in compagnia di altre migliaia di malati, sta aspettando da cinque mesi una risposta, dopo aver effettuato due visite mediche, essere andata due volte negli uffici Inps nonostante i suoi problemi di salute, essersi rivolta al patronato Inas, telefonato più volte all’Ausl per conoscere almeno se l’invalidità le fosse stata riconosciuta. Il tutto in carrozzina e sentendosi rimbalzare continuamente responsabilità non sue.