Bologna, 10 luglio 2011 - AVEVA sempre pensato che l’infortunistica stradale fosse una scienza. E per questo era diventato famoso in tutta Italia, aprendo un capitolo nuovo nel perenne contenzioso tra le assicurazioni e le persone infortunate a seguito di incidenti stradali. Nei suoi studi c’era uno staff di periti, medici, tecnici per i suoi clienti. Ieri Michele Tossani, l’inventore degli studi ‘Infortunistica Tossani’ che da Bologna si sono allargati in molte regioni, è scomparso dopo una lunga malattia. Era nato nel 1918 a Casalfiumanese e dopo pochi anni si era trasferito a Bologna. Terminati gli studi Tossani si arruolò nella Regia marina e venne assegnato alle forze navali di presidio al Dodecanneso. Rimpatriato allo scoppio delle ostilità, si era dedicato al mondo della scuola come insegnante di educazione fisica e divenne presidente della Gil (Gioventù italiana del littorio). Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943 si arruolò nell’esercito di Salò e alla fine della guerrà rientrò a Bologna. Non ha mai rinnegato la fede al fascismo e ricordava con orgoglio di aver fatto parte dei reparti combattenti della Rsi. «Quegli anni, e quello che ho visto negli ospedali — ricordava —, mi hanno aperto gli occhi sui danni che una persona può subire per incidenti e infortuni».
 

NACQUE così, nel 1952 a Bologna, il primo studio di infortunologia: la nuova scienza inventata da Tossani al servizio di chi, vittima di traumi, deve combattere contro le assicurazioni per ottenere il risarcimento. E fu subito un successo di cui andava fiero, grazie al quale decine di migliaia di persone hanno risolto i loro contenziosi con le assicurazioni. Figura eclettica, Tossani era appassionato d’arte, mecenate e amante della musica, ma anche scrittore: spaziava dai temi dall’estrema destra italiana al conservatorismo americano, oltre al suo cavallo di battaglia: l’infortunistica. I funerali martedì alle 14 nella basilica di Santa Maria dei Servi.