Bologna, 20 settembre 2011 - FESTE e party a tema all’insegna del ‘bondage’, l’arte erotica di legare il partner che è costata la vita alla giovane studentessa romana, pullulano a Bologna, fra le città più trendy in questo campo. Ma anche workshop dedicati alla tecnica giapponese: due giorni a venti euro in coppia, un po’ di più se singoli. Le corde andrebbero portate da casa. Tutto più che regolare, ci mancherebbe. Anche perché tra serate Bdsm (bondage sadomaso, dove c’è un dominatore e un sottomesso, quello legato) le notti bolognesi hanno un’agenda piuttosto fitta di appuntamenti. Niente a che vedere con gli squallidi locali periferici a luci rosse, tipo scambio di coppie: dove si fa ‘bondage’, si fa anche molto spesso cultura giovanile, d’avanguardia. La tragedia che si è consumata in uno scantinato romano - dove ha perso la vita Paola Caputo, studentessa di 24 anni, soffocata da una legatura non controllata dal ‘maestro’ che non aveva pronto il coltello per tagliare i nodi – non sembra affatto adombrare retroscena di perversioni nascoste, ma probabilmente rappresenta uno degli aspetti di tendenze artistico-giovanili-contemporanee, che fanno della nostra città uno dei punti di riferimento italiani.

E NON SARÀ un caso se proprio qui a Bologna c’è uno dei locali più ‘cool’ da questo punto di vista, il New Millennium, noto alle avanguardie giovanili di tutto lo stivale e punto di raccolta per gli amanti del bondage sadomaso. Lì, in via Riva Reno, almeno due volte al mese si tengono serate ‘Decadence’, con esibizioni, corsi, feste all’insegna delle legature erotiche, anche estreme. Arte, erotismo, trasgressione, le parole d’ordine. Come è d’ordinanza la ‘divisa’, il cosiddetto ‘dress code’. Rigidissime le imposizioni per entrare: solo lattice, gomma, nudo, bikini, uniformi, emo, fetish, dark, hot. Niente foto e riprese. Non varcano l’ingresso quelli vestiti normali. Ci sta. D’altra parte è un circolo (Arci) ed entrano solo i tesserati, purché maggiorenni e muniti di carta di identità. Sere bollenti con show, dimostrazioni e esperienze live. Proprio qui vengono i maestri di bondage o di shibari (il primo prevede l’immobilizzazione del partner con qualsiasi tipo di legatura, anche le manette, per dire. Il secondo usa solo corde e ha antichissime radici giapponesi) come Andrea Ropas, artista dello shibari con i corsi pieni di allievi. «Insegno ovunque mi chiamino — spiega — a Bologna, Milano, Merano. Gente viene privatamente da me a Modena per imparare».

E L’AFFLUENZA è buona: «Per una classe è bene non superare le 5/6 coppie perché diventa difficile seguire ogni persona, quindi è d’obbligo limitare l’accesso. L’interesse però sta via via aumentando e sempre più persone chiedono dove e quando farò il prossimo corso». Non solo sesso, ma anche voglia di arrivare all’estremo. Questa la motivazione che accomuna gli allievi. «Io personalmente — continua Ropas — ho legato centinaia di ragazze solo per un mio puro gusto estetico e per soddisfare una loro voglia di essere legate». Molti sono giovani, ma non tutti: «Ci sono anche molti adulti, non c’è un vero proprio target di età».
Fra gli eventi ‘bondage’ più rinomati, i party al Cassero (‘Lesbian Party Bon Bon Bondage’) o i corsi al Betty&Books in pieno centro, dove, per esempio, l’anno scorso è stata organizzata una mini lezione per principianti in occasione di San Valentino. Anche al Circolo della Grada ci sono aperitivi bondage e altri show, ultimo dei quali in ordine di tempo venerdì scorso.
Il divertimento più sfrenato, a detta dei ‘consumatori’, resta però sempre quello nei party privati, dove è possibile legarsi, trasgredire e provare l’estremo al riparo soprattutto dei curiosi. Perché nei circoli aperti al pubblico, anche se c’è controllo all’entrata e non si è ammessi vestiti normali (chi mette jeans e maglietta e fa sesso regolare è un ‘Vanilla’, uno che non sa di niente come la vaniglia…) oltre ai cultori del genere entrano anche un sacco di curiosi, che di erotismo sadomaso non fanno il loro ‘credo’ autentico. Molti, o almeno alcuni (leggersi qualche blog per averne la prova) vanno in quei club per vedere che cosa succede, e anche per una sera di emozioni sessuali parecchio fuori dalle regole. Esistono, per esempio, proprio in certi locali (ingresso sui 15 euro. E parliamo di circolo culturali, non di locali erotici) le cosiddette ‘Dark room’, dove l’entrata è a discrezione del custode, di solito un transex, alla porta.

CHI VIENE ammesso deve avere un partner, poi, una volta dentro, nel buio, succede di tutto. Ma questa è la tacita regola, e ci si va per questo. Il problema, semmai, è capire bene se la cultura, la tendenza e l’arte abbiano davvero a che vedere con tutto ciò. E, soprattutto, quali garanzie esistano per il mondo giovanile, così attratto dal nuovo, da finire in una stanza erotica con l’illusione di far parte del gruppo che fa tendenza.