Bologna, 20 settembre 2011  - Si era sottoposta all'ospedale Maggiore ad un intervento di plastica per un'ernia ombelicale, quando è diventato un intervento per via laparoscopica, con la fissazione di una protesi con clips metalliche elicoidali che avrebbero prodotto una sindrome aderenziale alle viscere con cronici disturbi addominali. La paziente è ora affetta da una sindrome dolorosa addominale, costretta a frequenti ricoveri per occlusioni intestinali, deve osservare un regime alimentare strettissimo e a ciò si aggiunge anche l’impossibilita’ di portare a termine una gravidanza, che verrebbe impedita dalla situazione.

Questa è la prospettazione contenuta in una querela presentata dall’avvocato Chiara Rinaldi, che assiste la donna. Oggi per verificarla il Pm Lorenzo Gestri, che dopo la querela ha aperto un’indagine, ha affidato una consulenza al medico legale Elena Invernizzi. Il chirurgo che ha fatto l’intervento e’ indagato per lesioni.

L’intervento per l’ernia ombelicale nel reparto di Chirurgia generale dell’Ospedale Maggiore risale al marzo 2004. Un anno fa la donna si era recata al pronto soccorso del Policlinico Sant’Orsola per lancinanti dolori addominali. Ricoverata, venne sottoposta ad una radiografia dell’addome nella quale si vedevano numerose clips metalliche riconducibili al pregresso intervento per posizionare e fissare una membrana di contenzione dell’ernia. Nel marzo scorso la donna si e’ sottoposta ad una valutazione medico legale.

Fino al momento del ricovero di un anno fa non aveva idea del tipo di intervento chirurgico che le era stato fatto, visto che il consenso presupponeva un banale intervento di ‘plastica ernia epigastrica’. Si trattava infatti di un’ernia di piccole dimensioni che non dava problemi funzionali ma solo un ‘disestetismo’. L’aver optato per l’intervento laparascopico con una protesi fissata con clips avrebbe comportato le aderenze viscerali, che sarebbe la causa dei disturbi addominali.