Bologna, 9 giugno 2012 – Ha sfilato il corteo del Bologna Pride, manifestazione nazionale del movimento lgbt. Sono alcune migliaia i manifestanti che si sono radunati dalle 14.30 di oggi pomeriggio intorno al Cassero di porta Saragozza: luogo scelto simbolicamente per il concentramento perché, 30 anni fa, fu il primo spazio pubblico in Italia ad essere concesso ad un’associazione omosessuale.

Oggi, invece, lo stesso Cassero ospita il museo della Madonna di San Luca ed e’ un punto di riferimento per il culto della Vergine: qualcuno, prima che parta la manifestazione, lascia su una finestra delle vignette anticlericali ed un cartello con scritto “Sesso, razza, credo: bello perche’ vario”. Prende di mira il Vaticano anche l’Unione atenei, agnostici, razionalisti (Uaar): “Otto per mille ai terremotati, non ai prelati”.


La manifestazione si è snodata per le vie di Bologna senza carri, come annunciato dagli organizzatori, in segno di rispetto per le vittime del terremoto. Non mancano, pero’, gruppi musicali che accompagnano i manifestanti suonando dal vivo. In piazza, tra gli altri, anche l’Associazione dei Genitori di omosessuali (Agedo). Danno il via al corteo le parole di Franco Grillini, consigliere regionale Idv dell’Emilia-Romagna e storico leader Arcigay. “In 30 anni abbiamo cambiato la faccia di questo Paese”, urla Grillini al megafono, sottolineando che “oggi e’ un giorno importante perche’ ci abbiamo messo 30 anni ma finalmente i partiti ci sono pronunciati per la parita’ dei diritti”. Il percorso, pero’, e’ ancora lungo: “Da oggi ripartono altri 30 anni di lotte”, avverte Grillini.

Con i manifestanti anche la parlamentare Paola Concia (Pd), insieme alla responsabile nazionale della Scuola per i democratici, Francesca Puglisi. Si vedono poi due assessori del Comune di Bologna, Nadia Monti e Amelia Frascaroli, insieme all’assessore provinciale Gabriella Montera. E ai consiglieri comunali Benedetto Zacchiroli (Pd) e Caty La Torre (Sel ed esponente di Arcilesbica). 

"Sara' necessaria una legge che riconosca il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso e mi auguro che quel giorno possa arrivare". Lo afferma il sindaco di Bologna, Virginio Merola, intervenendo dal palco di piazza Maggiore al termine del Pride nazionale. "Sono felice che Bologna possa di nuovo ospitare il Pride e che lo faccia nel cuore della citta'", esordisce il primo cittadino, che con il suo discorso strappa piu' di un applauso. Il primo quando da' il benvenuto a Ivan Zamudio, padre di Daniel, il ragazzo ucciso in Cile in un raid omofobo. Poi quando sottolinea che "sostenere legami di liberta' tra le persone senza discriminazioni e' un elemento di forza- afferma Merola- per l'agibilita' della convivenza urbana".
 

Se sono passati 30 anni dall'assegnazione del Cassero di porta Saragozza al movimento Lgbt, continua Merola, "da allora molta strada e' stata fatta ma e' necessario che ora il Parlamento approvi una legge contro l'omofobia e la transfobia". Cosi' come "sara' un passo importante il giorno in cui il Parlamento riconoscera' con una legge le unioni civili", ribadisce Merola, che pero' aggiunge: "Da sindaco mi sto rendendo conto ogni giorno di quanto sia importante rispettare la legge, cosa che comunque faro'". Un modo per dire, dunque, che pur sostenendo l'importanza di questo riconoscimento, il Comune di Bologna non fara' fughe in avanti rispetto all'impianto legislativo nazionale.

Merola, infine, ringrazia i promotori per aver modificato l'organizzazione del Pride, "trasformandolo da manifestazione dell'orgoglio Lgbt a manifestazione anche dell'orgoglio emiliano", grazie alle iniziative di "vicinanza e solidarieta' concreta nei confronti delle popolazioni colpite dal
sisma". E' importante, dunque, "che abbiate messo in moto anche voi la macchina della solidarieta'", aggiunge Merola. 
 


Fonte Dire