Bologna, 21 giugno 2012 - Subordinare l’iscrizione all’Alma mater a un documento, fornito dal Comune di Bologna, in cui si attesti la regolarita’ dell’alloggio dello studente e la regolarita’ del contratto d’affitto sotto le Due torri. Cosi’ il Consiglio del quartiere Navile propone di combattere gli affitti in nero, sulla scorta del “modello tedesco” dell’Universita’ Humbolt di Berlino, ma anche di una prassi in voga anche alla Sorbona di Parigi e in altre prestigiosi Atenei europei.

L’idea, approvata all’unanimita’ al Navile nei mesi scorsi e ieri presentata in commissione a Palazzo d’Accursio, ha incassato un sonoro ‘no’ tanto dal Comune, per bocca dell’assessore ai Rapporti con l’Universita’, Alberto Ronchi, che dallo stesso Ateneo, per cui era presente il prorettore Roberto Nicoletti. Una proposta “condivisibile nello spirito e nelle intenzioni” l’hanno definita entrambi, ma “illegittima dal punto di vista amministrativo, perche’ in contrasto col diritto allo studio e non solo”. Ronchi, poi, critica anche il fatto che proposte come questa tendono a finiscono col “far apparire gli studenti un problema mentre invece sono solo un valore una ricchezza per la citta’”.
 

L’assessore afferma infatti: “Capisco lo spirito dell’odg e lo condivido, ma non possiamo limitare fortemente la possibilita’ di iscrizione in questo modo. Non e’ accettabile dal punto di vista dell’amministrazione, non possiamo approvare un odg in cui limitiamo l’accesso degli studenti alla citta’ di Bologna”, sottolinea Ronchi. “Il problema degli affitti in nero c’e’, anche se forse e’ meno grave di un tempo, e il Comune sta lavorando per questo. Ma noi dobbiamo lavorare per aumentare il numero degli studenti, non per limitarlo”.

Anche Nicoletti sottolinea i problemi di illegittimita’ della proposta. “Subordinare l’iscrizione al possesso di un contratto d’affitto significa vincolare il diritto di uno studente a gestire la propria vita di pendolare e anche il diritto di accesso allo studio. Sono aspetti legali di cui non possiamo non tener conto, se approvassimo una cosa del genere il giorno dopo saremmo sommersi dai ricorsi”. Cio’ non toglie, sottolinea Nicoletti, che “il problema degli affitti in nero esiste e noi siamo pronti a collaborare per combatterlo”. Il prorettore, con l’occasione, ricorda le quattro iniziative messe a punto dall’Alma mater proprio su questo tema: lo sportello aperto dall’Ateneo per la registrazione dei contratti d’affitto; il servizio online di consulenza; la bacheca virtuale per far incontrare domanda e offerta e la collaborazione con la Gdf per far emergere gli affitti in nero.
 

Boccia la proposta del Navile anche l’ufficio Tributi del Comune di Bologna, presente ieri con una funzionaria. Ricorda che l’amministrazione sta lavorando insieme all’Agenzia delle Entrate sulle “segnalazioni qualificate” e annuncia che martedi’ ci sara’ una presentazione di progetti di lavoro portati avanti con la Guardia di finanza. Secondo la funzionaria, “piu’ che legare la regolarita’ del contratto d’affitto all’iscrizione all’Ateneo, bisogna utilizzare altri canali per incrociare i dati e ottenere informazioni”. Basta pensare, fa l’esempio, che in Sala borsa per avere il prestito di un libro occorre indicare il domicilio. Il consigliere Daniele Critelli (Pd) apprezza lo “spirito positivo” dell’odg, ma vede un rischio: “Un dispositivo del genere finirebbe per scaricare tutta la responsabilita’ sui soli studenti, quando ricade su Comune, Agenzia delle entrate e Gdf.
Serve una banca dati condivisa”.