Bologna, 10 luglio 2012 - L’ultimo esame sostenuto risale al febbraio del 2004. Poi un buco di (quasi) otto anni, che sara’ probabilmente interrotto dopo domani quando lo ‘studente’, poco meno che 40enne (e con impiego), si ripresentera’ davanti a un professore per sostenere un esame.

E dire che l’Ateneo in primavera aveva proceduto ad ‘espellerlo’ dal novero degli studenti, facendolo tecnicamente “decadere” (da un giorno all’altro e senza comunicarglielo formalmente) dalla sua qualita’ di studente. Il protagonista della storia, iscritto fuori corso alla Facolta’ di Giurisprudenza dell’Alma mater, un bel giorno si e’ infatti ritrovato il portale di ‘Unibo’ bloccato e inaccessibile.

E solo il 3 di maggio e’ venuto a sapere di essere stato dichiarato ‘decaduto’ con un provvedimento del Rettore, Ivano Dionigi, motivato dagli otto anni trascorsi, pagando regolarmente le tasse, senza sostenere un solo esame. Lo studente-lavoratore non si e’ perso d’animo e si e’ rivolto all’avvocato Silvia Santi per chiedere al Tar di bloccare il provvedimento dell’Ateneo. Altrimenti non avrebbe potuto affrontare l’esame che aveva intenzione di sostenere il 12 luglio.

Il presidente del Tar di Bologna, Giuseppe Calvo, gli ha dato ragione con una pronuncia di tipo urgentissimo, un decreto presidenziale, con cui il 25 giugno scorso ha accolto l’istanza cautelare e sospeso il provvedimento dell’Universita’, quantomeno fino all’udienza di sospensiva fissata il 12 luglio. Nel frattempo, pero’, l’Ateneo aveva gia’ avviato una retromarcia che poi lo ha portato a ritirare il provvedimento. Motivo? Il conto degli otto anni di ‘inattivita’’ non e’ proprio cosi’ netto, visto che l’esame in questione, del febbraio 2004, era a cavallo tra un anno accademico e l’altro.

Le obiezioni dell’avvocato Santi, di cui la stessa Universita’ ha tenuto conto decidendo di fare marcia indietro, sono legate proprio alla data dell’esame sostenuto dal futuro avvocato otto anni fa: l’Ateneo aveva considerato quell’esame, sostenuto nella sessione straordinaria di febbraio, come facente parte dell’anno accademico 2002-2003, quindi aveva calcolato che la scadenza degli otto anni di ‘inattivita’’, previsti dal Regolamento (articolo 17, comma 8) come motivo di decadenza, scadessero entro l’anno accademico 2010-2011. Per cui, non avendo fatto esami entro l’anno 2011, il quasi 40enne non poteva piu’ essere considerato studente.

Per l’avvocato Santi, invece, a cui il Tar (e poi anche lo stesso Ateneo) ha dato ragione, poco importa che l’esame del febbraio 2004 facesse parte di una sessione straordinaria dell’anno precedente. Fa fede la data dell’esame, e gli anni accademici vanno considerati nella loro fluidita’, sostiene il legale, per cui quell’esame deve essere ricompreso nell’anno accademico 2003-2004. Il che significa che lo studente potra’ sostenere esami fino al prossimo ottobre, per non perdere il ‘titolo’ di universitario: ci sono ancora tre mesi di tempo. La retromarcia dell’Ateneo, con cui si era subito avviata una trattativa, e’ arrivata poco dopo il deposito del ricorso al Tar, in cui tra le altre cose l’avvocato Santi citava una precedente sentenza del Tar del Lazio del 2002 e lamentava il fatto che la decadenza fosse stata decisa dall’Ateneo senza contraddittorio. La parola ‘fine’ e’ arrivata il 28 giugno, quando il Rettore Dionigi ha firmato un nuovo provvedimento, con cui in via di autotutela ha annullato il precedente quello in cui dichiarava “decaduto” lo studente. E stamattina Santi ha avvisato il Tar che sono venute meno le ragioni del contendere.