Bologna, 2 agosto 2012 - Su Mauro Di Vittorio, il 24enne romano vicino ad Autonomia operaia che rimase vittima della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, ci sono indagini in corso.
Il Governo, quindi, dal momento che c’è il “segreto investigativo”, non ha elementi da fornire sull’argomento ad Enzo Raisi, il deputato di Fli che sulla figura di Di Vittorio ha presentato un’interpellanza, convinto che la sua presenza sotto le Due Torri quel giorno sia da approfondire visti i rapporti che Autonomia aveva con il Fronte popolare per la liberazione della Palestinese.

 

I pochi elementi che il sottosegretario alla Giustizia, Sabato Malinconico, porta in aula per rispondere a Raisi, sono quelli che sono stati riferiti al ministero della Giustizia dalla Procura di Bologna. E sono questi: dopo l’audizione fonoregistrata di Raisi del 7 maggio scorso (il deputato fu convocato in Procura dopo un’intervista al ‘Resto del Carlinò in cui sollevava dubbi su Di Vittorio), è stata incaricata “la Digos di Bologna di verificare, tramite la Digos di Roma, tutti gli aspetti relativi alla storia personale del giovane Di Vittorio”, spiega Malicnonico. Le indagini disposte dai magistrati, “disposte con sollecitudine- prosegue Malinconico- mirano ad approfondire, anche con audizioni testimoniali, ogni profilo relativo al diario personale e alla carta di identità di Di Vittorio”.

 

Raisi, infatti, ha sollevato dei dubbi proprio sui tempi e le modalità di ritrovamento del diario e della carta d’identità del giovane 24enne, che tra le 85 vittime fu uno degli ultimi ad essere riconosciuto dopo lo scoppio alla stazione. E davanti ai pm, in maggio, Raisi aveva anche “indicato l’origine soggettiva delle sue informazioni”, che forse ora i magistrati ascolteranno.

 

Raisi accoglie la risposta con grande entusiasmo e, senza esitazione, ne deduce che il fatto che ci siano indagini in corso significa che i suoi dubbi sono fondati.  Dice infatti Raisi nel rispondere a Malinconico: “Mi permetto di dichiararmi molto soddisfatto, nel senso che ciò vuole dire che allora i dubbi che ho sollevato presso la Procura di Bologna hanno un contenuto e un fondamento, per lo meno dal punto di vista investigativo”.

 

E coglie l’occasione per ribadire ancora una volta, nell’aula del Senato, i motivi che gli fanno sospettare del ‘caso' Di Vittorio. “C’è qualcosa di strano in questa vicenda”, dice il deputato, ricordando il fatto che il 24enne venne riconosciuto solo il 12 agosto, nonostante il 6 agosto ci fosse stata una telefonata a casa Di Vittorio, stando a quanto racconta la sorella del 24enne nel libro “I silenzi degli innocenti”. Un’altra stranezza, per il deputato, deriva dal fatto che il documento sarebbe stato trovato “sotto le macerie”, mentre invece la stazione il 4 di agosto “era già stata ripulita”.

 

Raisi è perciò contento che gli inquirenti abbiano deciso di approfondire la questione. “Mi fa piacere che la Procura di Bologna stia facendo questa verifica. D’altra parte, ho detto che, per la prima volta, apprendo con piacere che la Procura di Bologna va fino in fondo rispetto ad alcune notizie che ho apportato come contributo alla chiarezza e alla verità”. Dal Governo, conclude Raisi, proprio oggi che si celebra il 32esimo anniversario, è arrivata “una risposta bella ed importante per chi, come me, vuole cercare la verità su quella maledetta strage del 2 agosto 1980”.