Bologna, 5 dicembre 2012 - Assolti perche’ il fatto non sussiste. Questa la sentenza del Tribunale di Bologna nei confronti dei vertici delle Officine grandi riparazioni (Ogr) di Bologna, accusati di omicidio colposo plurimo per la morte di nove lavoratori delle Ogr: morte in seguito a mesotelioma pleurico provocato, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto. Per gli imputati, la pm Maria Gabriella Tavano aveva chiesto una pena di un anno e mezzo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

I tre assolti di oggi (alcuni imputati nel frattempo sono deceduti) sono Luigi Fiorentini, responsabile delle Ogr, Mario Gori, responsabile dell’ufficio centrale grande riparazione del materiale rotabile, e Franco Cataoli, dirigente delle Officine. Tutti e tre erano stati condannati, con pene dai dieci mesi a un anno, in un processo simile del 2009 per la morte di altri 12 operai delle Officine. “Ma quella- esulta oggi l’avvocato Armando D’Apote- era stata una sentenza ingiusta, per le motivazioni abbiamo dovuto aspettare quasi tre anni. Quella di oggi, invece, e’ una sentenza giusta”. D’Apote, infine, aggiunge che le famiglie delle nove vittime sono state tutte “integralmente risarcite”.

La sentenza di oggi e’ stata pronunciata dal giudice monocratico Gabriella Castore. Probabilmente la svolta si e’ avuta con la perizia affidata dalla stessa Castore al medico legale di Bologna Luca Pieraccini e al professor Fabriziomaria Gobba dell’Universita’ di Modena, esperto di Medicina del lavoro, come riporto’ qualche mese fa “Il Corriere di Bologna”. I periti sostenevano che quel che conta, perche’ e’ scientificamente dimostrato, e’ il ruolo della prima esposizione alle fibre d’amianto, che innesca la malattia, mentre non c’e’ evidenza scientifica dell’incidenza delle successive esposizioni. Ma negli ambienti scientifico e giudiziario ha sempre prevalso un’altra convinzione, che attribuisce importanza a tutte le esposizioni, valutandone la durata e l’intensita’. Ed e’ su questa tesi che nel corso degli anni sono stati condannati numerosi responsabili di aziende in cui circolava amianto.

Della sentenza prende atto la Filt-Cgil di Bologna per la quale pero’ e’ “ormai fuor di dubbio e condiviso sia sul piano giudiziario che scientifico come la realta’ produttiva in Ogr Bologna fosse assolutamente carente in ordine al doveroso e legalmente imposto rispetto della normativa preventiva in materia di tutela della salute di chi lavorava”.
Ogni “nuova teoria scientifica”, prosegue il sindacato, “qualunque essa sia non puo’ portare ad esimersi dalle proprie gravi e passate responsabilita’, altrimenti la stessa rappresenta lo strumento di elusione dai propri doveri e dai propri obblighi non solo legali nei confronti delle decine di vittime”.
Dunque, la Filt-Cgil di Bologna “non accetta tale comportamento e continuera’ a sostenere le famiglie delle vittime e tutti i lavoratori che si troveranno colpiti da tali gravissime e dolorosissime patologie”.