Bologna, 12 dicembre 2013 - Non spunteranno nuove tasse o nuovi ticket sanitari, in Emilia-Romagna, per coprire il buco da 260 milioni sulla sanita' regionale, generato dai tagli sui fondi statali. Ad assicurarlo e' Carlo Lusenti, assessore regionale alla Sanità, questa mattina in conferenza stampa. "Non metteremo tasse in piu'- assicura Lusenti- al contrario di altre Regioni che hanno alzato i ticket". Allo stesso modo, promette l'assessore, "non tradurremo i tagli lineari del Governo in tagli lineari a livello regionale, anche se forse sarebbe propagandisticamente utile". Infine, "non andremo in deficit perché non possiamo sottoporci alla procedura del piano di rientro da parte del Governo, che significa alzare le tasse al massimo consentito e azzerare il turnover". Per questo, afferma Lusenti, "ci infiliamo in una strada molto stretta e molto in salita. La situazione deve caricarsela tutta sulle spalle il Sistema sanitario regionale, nessun attore escluso: non possiamo farla pesare sui cittadini".

Il buco di 260 milioni sarà coperto intervenendo in quattro campi. Meta' del deficit dovrebbe essere recuperato tagliando del 10%, come impone la legge di stabilità, le forniture di beni e servizi per le aziende sanitarie. Un obiettivo per niente facile, sottolinea Lusenti, perché gia' nel 2012 e' stato recuperato solo l'1% rispetto al 5% previsto dalla spending review. "Arrivare al 10% sara' un problema", avverte l'assessore.

Un'altra quota di risparmio sara' ottenuta con un parziale blocco del turnover. Negli ultimi 13 anni, sottolinea Lusenti, il personale sanitario in Emilia-Romagna e' cresciuto costantemente, passando da 53.000 a 64.000 persone. "Non ce lo possiamo più permettere", per cui i pensionamenti nel 2013 saranno coperti solo parzialmente, in media del 30%: il turnover sara' al massimo consentito per infermieri e operatori socio-sanitari (al 70%), al minimo possibile sulle figure amministrative, "anche per spingere sulle integrazioni interaziendali". Si parla comunque di "numeri insignificanti", sostiene Lusenti, ovvero di 306 pensionamenti attesi nel 2013, che dovrebbero diventare 451 nel 2014 e 1.014 nel 2015.

Infine, la Regione ridurra' le tariffe ospedaliere con cui paga le prestazioni di ricovero fatte dalle strutture accreditate, sia pubbliche che private, allineandosi alla tariffa unica nazionale (secondo la spending review, l'eventuale differenza va a pesare sui bilanci regionali).

Dalle attuali due fasce di tariffazione, inoltre, si passa a tre: la fascia A, quella dei grandi ospedali e dei Policlinici, dove la riduzione e' del 4% per il pubblico e del 2% per il privato; la fascia B, dove il calo medio e' dell'8%; la fascia C, dove le tariffe scendono del 28% per il pubblico e del 20% per il privato. Dal calo delle tariffe per le strutture accreditate "non ci saranno ricadute per i pazienti - afferma Lusenti - e speriamo che nessuno speculi". Per la sanita' privata, precisa in ogni caso l'assessore, "non andiamo a toccare il budget e siamo disponibili a parlare con loro del contributo che dovranno dare sul taglio dei posti letto, in applicazione della spending review".

Altri 10-15 milioni (ma forse anche 18) Lusenti conta di limarli dal rinnovo del contratto integrativo regionale per i medici di medicina generale e i pediatri, su cui è in corso la trattativa con i sindacati in questi giorni non senza problemi (la Fimmg, in polemica, ha disertato il primo incontro). In sostanza si tratta, spiega Lusenti, di "fare un po' di pulizia" sugli incentivi previsti nell'integrativo per i medici di base dell'Emilia-Romagna, che vale 90 milioni di euro all'anno (in Lombardia è da 40 milioni). In quel contratto, afferma l'assessore, "ci sono obiettivi sovrapposti e già remunerati dal livello nazionale" e ci sono incentivi "per le fasi di start up di progetti ormai consolidati, come il progetto Sole, che vanno riutilizzati".

Di tagliare i posti letto e chiudere i piccoli ospedali non se ne parlera' almeno fino alla prossima primavera. Tutto congelato, o meglio rinviato, perch é i criteri che la spending review demandava alla Conferenza Stato-Regioni non sono stati ancora decisi (andava fatto entro il 31 ottobre). Di conseguenza, "è slittata a febbraio-marzo" anche la scadenza del 31 dicembre, data entro cui andava delineato il taglio dei posti letto sulla base degli standard non ancora definiti da Governo e Regioni. In altre parole, afferma Lusenti, "il tema del taglio dei posti letto e' stata una grande arma di distrazione di massa. E' sicuramente un problema, ma avremo il tempo di discuterne". Le scadenze, rimarca appunto l'assessore, sono slittate e, in ogni caso, "gli effetti non si vedranno subito, ma nel triennio 2013-2015".

Il vero problema della spending review, sostiene dunque Lusenti, "non e' il taglio dei posti letto ma il taglio di 260 milioni sul 2013, che dobbiamo recuperare in una annualità" e che "sarebbe potuto essere anche piu' alto, almeno 410 milioni di euro, se la Regione non avesse confermato anche per l'anno prossimo lo stanziamento di 150 milioni per i servizi socio-sanitari". E dire che "già quest'anno, a settembre, la spending review ci ha tolto 67 milioni per l'anno in corso- sottolinea Lusenti - ma nonostante questo, chiudiamo comunque il 2012 in equilibrio, senza tagliare i servizi", grazie anche a un "recupero oltre le previsioni sulla spesa farmaceutica. Ma le azioni di efficientamento hanno un limite", avverte l'assessore.