Bologna, 14 gennaio 2013 - NEL 1928 il Comune di Bologna intitolò a Pellegrino Matteucci la strada che congiunge le vie L. Bassi e C. Sigonio. Vediamo di saperne di più di questo personaggio che, pur di assecondare la sua passione di conoscenza di nuove terre e nuovi popoli, sacrificò la vita a soli 31 anni. Nacque a Ravenna nel 1850 e nel 1860 la sua famiglia, genitori e 7 figli, si trasferì a Bologna; qui il giovane studiò presso i Barnabiti. Poi studiò filosofia e infine medicina, ma senza laurearsi. Fino all’età di 27 anni, Pellegrino Matteucci, fervente cattolico, scrisse su riviste e giornali bolognesi di orientamento clericale.
 

MA il suo vero interesse fu quello orientato alle esplorazioni, soprattutto in Africa: studiò la lingua araba e approfondì la conoscenza di quei paesi. Su questi argomenti pubblicò articoli su riviste specializzate. Alla fine del 1877 intraprese il primo viaggio in Etiopia e nel 1879 guidò egli stesso una spedizione in Etiopia e Abissinia. Nel febbraio 1880 Matteucci partì da Napoli con una spedizione scientifica, finanziata dal principe Giovanni Borghese, con l’ambizioso obiettivo di attraversare il continente da Suez al golfo di Guinea. Mentre Borghese a metà viaggio tornò in Italia, Pellegrino Matteucci ed altri si inoltrarono nel Ciad, paese quasi inesplorato. Dopo aver percorso oltre 4000 chilometri, la spedizione giunse in Guinea nel luglio 1881. Gli esploratori, ormai stremati, furono imbarcati su una nave inglese che giunse a Liverpool il 5 agosto; Matteucci, in preda alla malaria, fu trasportato a Londra dove morì l’8 agosto 1881. Dieci giorni dopo si svolsero solenni funerali a Bologna in San Giovanni in Monte. Numerosi furono i riconoscimenti e le onorificenze post mortem e furono pubblicate alcune sue opere. Nel novembre 1892 il Comune contribuì a realizzare una tomba monumentale opera dello scultore Carlo Parmeggiani, autore della statua di Ugo Bassi.
 

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