Bologna, 22 gennaio 2013 - DUE RICHIESTE pesanti come macigni: 200mila euro di danni e la distruzione del libro, almeno da pagina 7 a 44. L’ex pm Giovanni Spinosa dichiara guerra, giuridicamente parlando, al giornalista e politico di destra Massimiliano Mazzanti, candidato al Senato con la lista di Giorgia Meloni ‘Fratelli d’Italia’. Il nodo del contendere è la verità storico-processuale sulla Uno bianca. Spinosa, che condusse alcune inchieste sui delitti della banda prima che fossero arrestati i fratelli Savi, si è infatti sentito diffamato dal libro di Mazzanti 'Uno bianca, depistaggi, bugie e misteri irrisolti' (ed. Minerva), in cui si critica pesantemente l’operato dell’ex pm e gli si chiede di chiedere scusa agli imputati ingiustamente carcerati e poi scagionati.

SPINOSA, oggi presidente del Tribunale di Teramo, nonostante le confessioni e le condanne dei Savi, resta convinto che molti delitti della Uno bianca, compreso l’eccidio dei carabinieri al Pilastro, non siano stati commessi dai Savi, o comunque non solo da loro, perché in realtà i mandanti (o burattinai) della banda di poliziotti-killer erano altre persone, da ricercare nella criminalità organizzata e negli ambienti eversivi. Questa teoria, non accolta dalle sentenze definitive, è esposta nel suo libro L’Italia della Uno bianca, una storia di politica e mafia ancora tutta da raccontare (Chiarelettere, 2012).

di Gilberto Dondi